28.11.2017
Helianthus Val di Sole

LE MADRI COSTITUENTI

Nell’Assemblea Costituente del 1946, tra le ventuno donne che hanno fatto la Costituzione Italiana della nuova repubblica anche Maria Nicotra che sostiene la necessità che tutti i cittadini di ambo i sessi possano accedere agli uffici pubblici o alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza, eliminando la possibilità di qualsivoglia futuro ostacolo.

Maria Nicotra, durante la seconda guerra mondiale, è volontaria della Croce Rossa e riceve la medaglia d’oro al valore, per dedizione e impegno. Dirigente della Gioventù femminile dell’Azione Cattolica e delle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani).

E’ eletta all’Assemblea Costituente nelle liste della Democrazia Cristiana. Durante i lavori non interviene, né presenta interrogazioni. Resta agli atti la sua sottoscrizione, insieme ad altre costituenti di vari partiti, a un emendamento sostitutivo di una parte dell’articolo 51. La precedente formulazione dell’articolo limitava l’accesso delle donne ai pubblici uffici o alle cariche elettive “conformemente alle loro attitudini, secondo le norme stabilite dalla legge”. A tutte le deputate dell’Assemblea Costituente l’insistenza sulle “attitudini” risulta discriminante e ne richiedono l’eliminazione.

Viene eletta deputata nella I legislatura.

Maria Nicotra s’interessa dell’assistenza alle fasce più deboli della popolazione e della vigilanza sulle condizioni dei detenuti. Il suo impegno è rivolto anche alla tutela fisica e al miglioramento delle condizioni economiche delle lavoratrici madri, al controllo della stampa destinata all’infanzia e all’adolescenza. Il marito Graziano Verzotto, notabile democristiano, implicato nella scomparsa di Enrico Mattei e di Mauro De Mauro, coinvolto nello scandalo fondi neri della Banca di Sindona, lascia l’Italia nel 1975.

Maria Nicotra è la prima presidente donna di una squadra di calcio a livello professionistico (Siracusa).

ART. 51 della Costituzione Italiana

– La parità nell’accesso alle cariche pubbliche- :

Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove, con appositi provvedimenti, le pari opportunità tra donne e uomini. La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato alle funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro.

 

Maria Nicotra: Catania 1913 – Padova 2007