20.05.2019
Helianthus Val di Sole

Ancora sull’importanza per noi DONNE di andare a votare alle elezioni europee

L’ultima legislatura del Parlamento dell’Unione Europea ha portato buoni frutti, ma la speranza è che il futuro ne porti di maggiori, per esempio in tema di congedo parentale e di fondi destinati alla parità di genere.

Notizia fresca degli ultimi giorni, l’Unione Europea imbocca la strada della conciliazione, perché la responsabilità dei figli e l’organizzazione familiare siano nelle mani di entrambi i partner. Entro tre anni, gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno dunque adeguarsi, stabilendo dieci giorni di congedo per i neo-papà. Poi? Cambieranno le regole del congedo parentale. La nuova direttiva europea introduce due mesi per i papà, non cedibili alle compagne. L’obiettivo è chiaro: incoraggiare gli uomini a partecipare al lavoro di cura, favorendo l’occupazione delle madri.

Poi c’è il tasto del gender pay gap, la parità salariale tra uomini e donne, che è ancora molto, ma molto lontana. Ragion per cui, abbiamo bisogno di più DONNE che in Europa se ne occupino!

Anche sul fronte della piena occupazione femminile vi è da marciare, sebbene l’Europa abbia fissato prima al 70 e poi al 75% l’obiettivo.

L’Italia è ancora al 47%.

La media europea è al 60. Buoni, comunque, i vari programmi per il miglioramento delle competenze, lodevoli le opportunità di accesso a finanziamenti per avviare e far crescere un’impresa compresi nel Fondo Sociale Europeo.

L’ultimo lancio è stato lEuropean Network for Women in Digital, per incoraggiare la presenza femminile nel settore tecnologico.

Ancora, Orizzonte 2020, per sostenere le organizzazioni di ricerca e le università nell’attuazione dei piani per la parità di genere.

E, ancora, per contrastare la violenza di genere.

La mattanza delle donne sembra non avere fine: circa un terzo delle cittadine d’Europa è stata vittima di molestie sin dall’età dei 15 anni. Online, verbali e fisiche. Numeri a parte, la condanna da parte delle istituzioni è stata sempre puntuale.

In primis, con la Convenzione di Istanbul, l’Unione Europea ha emanato il primo quadro giuridico internazionale sul tema, invitando i membri a lavorare sodo su prevenzione, protezione e punizioni. L’eliminazione della violenza è anche al centro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

Ma c’è ancora molto  DA FARE!

Ci sono ancora poche DONNE  ai vertici che rappresentano delle eccezioni.

Intanto, nelle consultazioni elettorali europee del 2014 erano 8, mentre nel 2019 sono 11 gli Stati europei che a maggio imporranno le “quote di genere”, perché i due sessi abbiano uguale rappresentanza all’interno delle liste elettorali:

il punto di vista femminile è quanto più necessario.