31.05.2020
Helianthus Val di Sole

CENTENARIO DELLA NASCITA DI NILDE IOTTI

Prima DONNA Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana

Leonilde detta Nilde Iotti nasce il 10 aprile 1920 a Reggio Emilia, e nel 2020 ricorre il centenario della sua nascita.

di Francesca Russo:

-Molti sono i motivi per i quali dobbiamo ricordare Nilde Iotti, il suo impegno ed il suo stile di lavoro. Viene difatti alla mente una delle caratteristiche più belle di Nilde, quella di essere insieme donna di forti e radicate convinzioni e donna di ascolto e di dialogo.-

Il 20 giugno del 1979 Nilde Iotti fu eletta Presidente della Camera, prima donna comunista ai vertici dello Stato.

Era la prima volta di una donna nella storia Repubblicana. Un evento che riguarda la storia del nostro Paese e che segna un passaggio importante nella lunga battaglia di emancipazione e liberazione femminile. Come ebbe a sottolineare con efficacia passione Nilde Iotti nel suo intervento alla Camera svolto nel giorno del suo insediamento.

Il ricordo di Eletta Bertani:

-Quante emozioni nell’ascoltarla e applaudirla quel 20 giugno del 1979, nel suo discorso di insediamento, prima donna Presidente della Camera dei Deputati! Gioia per il riconoscimento che veniva tributato a lei e al suo valore, orgoglio per aver condiviso con lei il cammino di emancipazione e riscatto delle donne italiane, che raggiungeva un risultato così “emblematico” e, certo, anche il piacere di potere finalmente vedere, sullo scranno più alto di quell’aula, non la triste grisaglia degli abiti maschili, ma i colori di un bel vestito femminile portato da lei con sobrietà e naturale eleganza.-

Ed ancora:

-Nilde Iotti è stata una grande Presidente, innovatrice e riformatrice, lungimirante anche in quel ruolo. Ha svecchiato i riti dell’antico Palazzo, riformato i Regolamenti interni, ha fatto del Parlamento non un fortilizio, ma un luogo aperto ai cittadini, ha difeso i diritti delle minoranze ma ha anche sostenuto il diritto della maggioranza a governare con scelte difficili e non sempre comprese, si è battuta con tenacia per riforme istituzionali che riteneva necessarie per il paese.-

Quando Nilde morì, Le Monde le dedicò una nota con questo titolo:

“Se ne va la gran signora della politica italiana”.

Il titolo, tra migliaia, il più felice; una sintesi meritata, per la straordinaria capacità di questa donna di tenere insieme rigore e serenità, dignità ed esercizio critico della ragione, di impersonare una concezione alta della politica e la dignità stessa del Parlamento.

Le Monde giustamente ricordava che alle spalle e in parallelo dell’intensa e lunga vita parlamentare (cinquantatreanni) c’erano il lavoro clandestino nella Resistenza, la milizia alla base e ai vertici del Pci-Pds-Ds, l’attività all’Unione donne italiane e alla commissione femminile del Pci da lei a lungo presieduta, il rapporto con Togliatti contrastato da una parte del gruppo dirigente e di cui furono segni successivi le tante cancellature del suo nome al momento della tardiva prima elezione nel Comitato centrale, e la successiva, contrastata nomina in direzione.

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