“Gioie, per chi se lo mangia, decisamente meno per chi coltiva il cacao”.
E’ l’incipit dell’articolo sul cacao di Federica Gentile che tratta di ECONOMIA. Sì, proprio quell’economia che è dilagata nella nostra vita e che sarebbe decisamente meglio per noi donne CONOSCERLA BENE.
Perché non ci piace parlare di soldi, ma poi gestiamo intere famiglie
Perché non ci piace parlare di soldi ma controlliamo i consumi e i risparmi
Perché non ci piace parlare di soldi ma guadagniamo e spendiamo
Siamo Regine dell’economia familiare. Ma dell’Economia Pubblica?
Quella che decide del nostro destino?
Quella che decide del nostro lavoro?
Nell’articolo si evidenzia come, a fronte della domanda crescente di cacao trainata da paesi emergenti che cominciano a consumarne di più, le condizioni di chi produce i chicchi di cacao sono tutt’altro che ideali; povertà e lavoro minorile. Inoltre il ruolo delle donne coltivatrici di cacao non è adeguatamente riconosciuto, quando invece è centrale. Per esempio in Ghana e in India le donne sono particolarmente attive nella fermentazione e asciugatura del chicco, che sono cruciali per determinare il sapore del prodotto finale, il cioccolato che finisce nelle nostre pance. A fronte di questo ruolo fondamentale, le donne tendono ad essere pagate meno degli uomini. In Ghana le coltivatrici di cacao guadagnano il 25-30% in meno che gli uomini. E in Costa d’Avorio, le donne nelle comunità che producono cacao guadagnano il 70% in meno degli uomini. In entrambi i paesi, le donne coltivatrici lottano con minore produttività, coltivazioni meno estese e minore accesso al credito.
Termina l’ articolo Federica Gentile con:
” Infine il cioccolato. Non mi dilungo, è buono, anche il cioccolato bianco, che normalmente mi provoca convulsioni alla sola vista, è buono. E’ anche caro-una tavoletta costa circa 7 euro, ed i pacchi di riso di cui sopra costano 16 dollari. Ma a questo punto, sono francamente disposta a comprare meno cioccolato al supermercato e a decidere di comprarmi una tavoletta buona e GIUSTA ogni tanto.”