18.05.2017
Helianthus Val di Sole

La rivoluzione gentile dell’Iran

Venerdì 19 maggio si voterà in Iran e sono più di 56 milioni gli aventi diritto al voto.  Sullo sfondo della lotta politica tra i candidati, l’eterna sfida tra conservatori e riformatori. Negli ultimi quattro anni, in Iran il potere è stato in mano ad un moderato che è riuscito a riportare il paese nel consesso internazionale, ma i conservatori cercheranno di riprendere il potere nelle loro mani. Le elezioni del 19 maggio presentano due novità storiche:

  • per la prima volta nella storia della Repubblica islamica alle elezioni amministrative, che si tengono parallelamente alle presidenziali, hanno presentato la loro candidatura DONNE che appartengono a quella borghesia che  da quarant’anni si era ritirata in una specie di emigrazione interna, vivendo un po’ in Europa e un po’ nei quartieri alti di Teheran. Professioniste che non hanno mai indossato un chador e che hanno votato sì e no, una volta in vita loro per i riformatori, quando tutto il Paese sperava nelle riforme.
  • La seconda novità è che il Consiglio dei Guardiani (!), l’organo ultraconservatore che ha il potere di ammettere o bocciare i candidati, le abbia accettate.

E’ particolarmente significativo  che il Consiglio dei Guardiani (!) si sia arreso ai tempi, perché l’Iran oggi è un altro Paese rispetto a quello che era dieci o quindici anni fa. Le leggi possono essere rimaste le stesse, perché i fondamentalisti hanno impedito ai riformatori di cambiarle, ma trasgredire le regole, in Iran, è un fenomeno di massa. I comportamenti quotidiani dei normali cittadini hanno profondamente trasformato il Paese. E, in un certo senso, per quanto assurdo possa sembrare, questo ha contribuito alla stabilità della Repubblica islamica. Sono i giovani e, soprattutto le DONNE le protagoniste del cambiamento. Le donne iraniane hanno fatto la loro rivoluzione, usando a loro vantaggio perfino i divieti che la rivoluzione, a sorpresa, teneva in serbo per loro. Per esempio il chador, che in occidente è diventato il simbolo dell’oppressione femminile, le donne iraniane sono riuscite a volgerlo a loro favore, perché se ne sono servite per uscire di casa, studiare ed entrare nel mondo del lavoro svolgendo attività che un tempo erano loro inaccessibili.

Fonte: http://www.repubblica.it/super8/2017/05/15/news/le_donne_di_teheran