24.01.2018
Helianthus Val di Sole

UNA STORIA A META’

Nelle scuole italiane i manuali raccontano ancora una storia a metà, dove le donne non compaiono oppure sono un’eccezione.

L’inclusione della storia delle donne e degli studi di genere nei libri di testo in Italia è senza ombra di dubbio un traguardo ancora lontano dall’essere raggiunto, nonostante la normativa relativa alle pari opportunità abbia alle spalle una storia più che ventennale, iniziata nel 1999 con l’approvazione del codice di autoregolamentazione – P.O.Li.Te.- per le pari opportunità nei libri di testo.

Molta strada è stata infatti percorsa in ambito storiografico – italiano ed internazionale – a partire dalla seconda metà del secolo scorso; notevoli sforzi divulgativi sono stati compiuti per favorire l’ingresso a pieno titolo delle donne nel racconto storico, per condurle fuori da quella sfera dell’immutabile nella quale erano sempre state collocate dalle grandi narrazioni.

La manualistica scolastica si è però palesata impermeabile a questo significativo adeguamento del sapere, nonostante gli impegni presi ufficialmente dalle case editrici ma soprattutto nonostante le esigenze educative che nascono dal basso, da studenti e da docenti che nella maggior parte dei casi si trovano a rispondere con l’autogestione alla carenza di strumenti e materiali.

Per quello che riguardano i libri di testo, già nell’indagine pubblicata nel 2010 da Irene Biemmi, su un campione di libri di lettura per la classe quarta della scuola primaria, emergeva un’importante assenza femminile ancor più marcata se le storie erano ambientate nel passato, considerata la quale si sosteneva: “Trascurando di rappresentare le donne in epoca passata, i testi scolastici forniscono una visione distante della realtà e della storia:

il mondo del passato appare popolato da soli uomini, le DONNE sembrano non esistere”.

In una indagine volta a verificare lo stato dell’arte dell’editoria scolastica sull’argomento, sono stati analizzati 18 volumi e 15 case editrici per le classi comprese fra la terza della scuola primaria e la terza della scuola secondaria di primo grado per osservare in essi la presenza della storia delle donne e di genere in termini quantitativi e qualitativi.

La storia delle donne si riduce tendenzialmente al discorso sull’acquisizione dei diritti politici tra Otto e Novecento, che non tiene in considerazione ad esempio le precedenti vicende rivoluzionarie durante le quali era stata già posta la questione della rappresentanza politica. L‘ingresso delle donne nella storia si verifica, per molta manualistica, nel XX secolo con il suffragismo, il primo conflitto mondiale – quando le donne prendono il posto degli uomini – ma non si tratta di un ingresso effettivo e definitivo, considerata la pressoché totale rimozione delle battaglie femministe degli anni Sessanta e Settanta che, laddove presenti, sono ridotte ad approssimativa storia di supplemento. Raccontare poi la storia delle donne a partire dai percorsi di emancipazione, oltre che limitare la comprensione delle radici dell’ineguale rapporto tra i sessi, restituisce per il resto dei secoli un quadro di immobilismo e immutabilità che non ha alcuna rispondenza nella realtà. Le numerose pubblicazioni sulla storia del lavoro delle donne, ad esempio, da decenni affermano che le donne hanno sempre lavorato. Ma di questo racconto nulla traspare nei brani e nelle immagini dei libri di testo, nei quali le società vengono raccontate come composte da soli uomini e da un unico prototipo femminile, declinato al singolare e spesso descritto unicamente per ciò che attiene alle sue caratteristiche estetiche. Uniche ad emergere da questa indefinitezza le sante e le regine ma anche in quei casi si assiste frequentemente a rappresentazioni distorte. Il passato delle donne non può essere narrato soltanto attraverso la lente della politica e la fascinazione nei confronti delle vite eccezionali. Ridurre la storia delle donne, delle relazioni di genere, alla presentazione delle pur interessanti vite di illustri personaggi, al racconto, parziale e non problematizzato delle battaglie per l’ottenimento dei diritti politici non può che essere fuorviante rispetto alla ricostruzione del quadro vivace e composito nel quale si intersecano le storie del nostro passato.

Sintesi della ricerca realizzata da Elisabetta Serafini:

http://www.ingenere.it/articoli/una-storia-meta

Testo del codice di autoregolamentazione P.O.Li.Te.:

http://www.aie.it/Portals/38/Allegati/CodicePolite.pdf