21.06.2023
Cultura e territorio | linguaggio di genere

Linee guida del Parlamento europeo sulla neutralità di genere nel linguaggio

A proposito del linguaggio di genere, le istituzioni e le organizzazioni internazionali hanno adottato da anni linee guida per l’adozione di linguaggi sensibili al genere e inclusivi. Tra le organizzazioni internazionali anche il Parlamento europeo ha adottato e, recentemente, aggiornato le linee guida per i linguaggi sensibili al genere e inclusivi.

Di seguito una sintesi della prefazione della pubblicazione dal titolo – LA NEUTRALITÀ DI GENERE NEL
LINGUAGGIO usato al Parlamento europeo- edizione2018, a firma Dimitrios Papadimoulis
Vicepresidente e Presidente del Gruppo di alto livello sull’uguaglianza di genere e la diversità.

-Nel 2008 il Parlamento europeo è stato una delle prime organizzazioni internazionali ad adottare linee guida multilingue sulla neutralità di genere nel linguaggio. Sono lieto che, da allora, molte altre istituzioni e organizzazioni abbiano adottato orientamenti simili. In occasione del 10º anniversario delle linee guida, e al fine di tenere conto dell’evoluzione linguistica e culturale, il Gruppo di alto livello sull’uguaglianza di genere e la diversità ha chiesto ai servizi del Parlamento di aggiornare le linee guida sulla neutralità di genere nel linguaggio, le quali contengono,
in tutte le lingue ufficiali, orientamenti pratici per l’uso di un linguaggio equo e inclusivo sotto il profilo del genere.-

E, ancora, all’interno della pubblicazione:

CHE COS’È LA NEUTRALITÀ DI GENERE NEL LINGUAGGIO?

-Un linguaggio “neutro sotto il profilo del genere” indica, in termini generali, l’uso di un linguaggio non sessista, inclusivo e rispettoso del genere. La finalità di un linguaggio neutro dal punto di vista del genere è quella di evitare formulazioni che possano essere interpretate come di parte, discriminatorie o degradanti, perché basate sul presupposto implicito che maschi e femmine siano destinati a ruoli sociali diversi. L’uso di un linguaggio equo e inclusivo in termini di genere, inoltre, aiuta a combattere gli stereotipi di genere, promuove il cambiamento sociale e contribuisce al raggiungimento dell’uguaglianza tra donne e uomini.

Un linguaggio neutro o inclusivo sotto il profilo del genere va ben oltre il concetto di “politicamente corretto”. Il linguaggio infatti è, di per sé, un potente strumento che contemporaneamente riflette e influenza gli atteggiamenti, i comportamenti e le percezioni.
Per assicurare la parità di trattamento di tutti i generi, a partire dagli anni Ottanta ha iniziato ad affermarsi l’impegno a favore di un uso della lingua neutro ed equilibrato sotto il profilo del genere e non sessista, in modo da garantire che nessun genere fosse privilegiato e che non fossero perpetuati i pregiudizi nei confronti di uno o dell’altro genere.

Il Parlamento europeo è impegnato a favore dell’uguaglianza di genere e della non discriminazione fondata sul genere. L’uso di un linguaggio sensibile al genere è una delle modalità con cui si esplica tale impegno.

Data la molteplicità di lingue e di culture rappresentate in seno al Parlamento, non esiste al proposito una soluzione unica, ma occorre
individuare soluzioni adeguate a ciascun contesto specifico, tenendo conto dei rispettivi parametri linguistici e culturali. Alcune soluzioni pratiche per la lingua italiana sono suggerite nella seconda parte delle presenti linee guida.
Nell’intento di adottare un linguaggio neutro in termini di genere, occorre anche tenere conto del ruolo del Parlamento come legislatore europeo. Non tutte le soluzioni praticabili in altri ambiti possono essere utilizzate in un contesto legislativo, che richiede chiarezza, semplicità,
precisione e coerenza.-

Di seguito le linee guida specifiche per l’italiano.

LINEE GUIDA SPECIFICHE PER L’ITALIANO

-In Italia il dibattito su un uso non sessista della lingua è al momento particolarmente attuale, anche in concomitanza con l’elezione di donne a cariche particolarmente importanti e mediaticamente esposte. In particolare, Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati nella XVII legislatura – e molto attenta alle questioni di genere – ha invitato le deputate e i deputati a garantire nei loro interventi in Aula il “pieno rispetto delle identità di genere”, come raccomandano l’Accademia della Crusca e la “Guida alla redazione degli atti amministrativi dell’Istituto di teoria e tecnica dell’informazione giuridica” : ovvero declinando al femminile i sostantivi riferiti a cariche istituzionali e funzioni amministrative, compresi alcuni ruoli chiave, quali ad esempio “deputata”, “ministra” e “sindaca”. Sono tornate così alla ribalta le idee di Alma Sabatini, la prima studiosa italiana a occuparsi di sessismo linguistico.

Le sue “Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana”, pubblicate ormai 30 anni fa, rimangono un testo di riferimento fondamentale.

Il tema del linguaggio di genere è tornato quindi a essere di scottante attualità. Se, fino a qualche anno fa, era prassi abituale ricorrere quasi esclusivamente – soprattutto per alcune professioni e cariche – al genere maschile con valenza per così dire “neutra” o “inclusiva”, ora, per rispecchiare l’evoluzione della società e conseguentemente della lingua, è auspicabile porre in atto strategie intese ad assicurare una maggiore “visibilità di genere”; ciò vale, naturalmente, anche per i testi del Parlamento europeo. Le presenti linee guida, lungi dall’essere esaustive, forniscono qualche suggerimento per la redazione di testi quanto più possibile rispettosi dell’identità di genere, tenendo conto del particolare momento storico che impone una riflessione in questo senso.-

Per le TECNICHE REDAZIONALI RACCOMANDATE PER EVITARE UN LINGUAGGIO SESSISTA rimando alla fonte del testo.

 

Fonte: https://www.europarl.europa.eu/cmsdata/187102/GNL_Guidelines_IT-original.pdf

Per approfondire il tema degli stereotipi di genere: Porre fine agli stereotipi di genere (europa.eu)