Ritorno con grande interesse sul tema della disparità di genere nelle università italiane e, grazie a IHAVEAVOICE abbiamo qualche informazione aggiuntiva sulle rettrici nelle università italiane.
Studentesse nelle università italiane: 55,8%
Laureate: 56,9%
Dottorande: 51%
Professoresse ordinarie: 25%
Rettrici: 7 su 87, solo il 14,5%
Tiziana Lipiello, Università Ca’ Foscari di Venezia;
Giovanna Iannantuoni, Università Milano-Bicocca;
Sabina Nuti, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa;
Maria Grazia Monaci, Università della Valle D’Aosta;
Antonella Polimeni, Università La Sapienza di Roma;
Alessandra Petrucci, Università di Firenze;
Daniela Mapelli, nuova rettrice dell’Università di Padova
La prima rettrice è stata Maria Tedeschini Lalli, eletta nel 1992 all’università di Roma Tre.
L’ultima eletta, due settimana fa, è stata Daniela Mapelli, dopo ben 800 anni dalla nascita dell’Università di Padova, la seconda università più antica al mondo e la prima ad aver avuto una donna laureata, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, il 25 giugno 1678.
E se è stata una bella notizia sapere che finalmente anche a Padova è stata eletta una rettrice donna, l’altra faccia della medaglia è che ci siano voluti più di 340 anni dalla prima laureata donna a riconoscere le competenze per il ruolo da rettrice ad una donna.
E le donne non solo si laureano di più, ma anche con voti più alti e in tempi più brevi: il 55,5% delle studentesse si laurea in corso e il 24,9% con 110 e lode, mentre, col voto massimo, solo il 19,6% degli uomini. E il voto medio conseguito alla laurea è pari a 103,7 per le donne e a 101,9 per i maschi.
E per la cronaca, il sorpasso nel numero di donne laureate rispetto agli uomini c’è stato nella generazione nata tra il 1960 e il 1969, (14% donne vs 11% uomini) quindi tutti i rettori maschi attuali, non si possono giustificare con l’età e col fatto che all’epoca le donne studiassero meno, perché non è così, anzi è il contrario.
Come si spiega quindi che solo il 14% delle donne, nonostante, dati alla mano, siano più brave, riesca ad arrivare alla carica massima universitaria?
Solo una parola:PATRIARCATO.