23.11.2023
Varie | Violenza contro le donne

Donne massacrate

Mi è capitato anni fà, in occasione del 25 novembre -Giornata internazionale contro la violenza sulle donne-, di scegliere e poi di leggere un brano che riguardava la violenza sulle donne. Era stato organizzato, infatti, da amministratrici e amministratori illuminati, un incontro di sensibilizzazione sul tema della  violenza sulle donne, in una delle tante biblioteche del sistema bibliotecario trentino con la presenza di classi di studentesse e studenti di una scuola superiore e con la presenza d’insegnanti qualificati.

Quell’ incontro, e altri organizzati da amministrazioni illuminate, sono state sempre occasioni importantissime per parlare del tema della violenza sulle donne, per raccontare  e confrontarsi, ogni anno, con i dati sconcertanti che riguardano i femminicidi  e tutte le forme di violenza sulle donne.  Il coinvolgimento delle studentesse e degli studenti, in quelle occasioni, è sempre stato attivo e partecipato, perchè le ragazze e i ragazzi sono le prime persone che desiderano capire e comprendere, sempre di più, cosa accade sul tema della violenza sulle donne. E non perchè il tema della violenza sulle donne è un tema attuale, oggi come qualche anno fà e come decine di anni fà, ma perchè riguarda la vita, le relazioni sentimentali e gli affetti di tutte e tutti noi, di tutta la comunità, di tutta la società.

Donne e uomini. Adulti e giovani generazioni.

Non si può più ignorare tutto questo!

Quale brano ho scelto e, poi, ho letto ad alta voce?

Ho letto un brano, estratto dal volume di Serena Dandini, Ferite a Morte, pubblicato nel 2013. Potete leggerlo di seguito:

C’è un errore nel modulo, qui c’è scritto: “Deceduta il 3.6.2009, sul cadavere riscontrate evidenti tracce ecc. ecc. Morte dovuta a numero 8 pugnalate ecc. ecc. Il colpo mortale inferto nella regione ecc. ecc”.

Non è così! Ditelo al criminologo, l’indagine è tutta da rifare! Che m’importa che l’ha detto Bruno Vespa…non è così, lo saprò io o no?

“Ora del decesso 14.30”

Nooo, non ci siamo, io sono morta prima, molto prima, per l’esattezza sei anni e un mese prima, praticamente subito dopo il matrimonio, proprio durante il viaggio di nozze.

Eravamo bellissimi, ecco, Capri era un sogno, 30 aprile 2003, ecco, ricordo perfettamente, per la precisione erano le ventidue e trenta, per gli orari sono infallibile, tra l’altro indossavo quel nuovo orologetto tipo Bulgari, ma imitato benissimo, e Piero mi aveva regalato prima del matrimonio e allora sai com’è, quando hai una cosa nuova la guardi in continuazione e infatti lo stavo proprio rimirando con il suo bel quadrante puntinato di brillantini, non brillantini veri, però Swarovski sì, erano Swarovski di sicuro, tutti intorno al quadrante ma anche piccoli piccoli sulle lancette, dei puntini luminosi come stelline che stavo fissando quando è arrivato il primo ceffone.

“Stai attenta a come ti muovi, che tu sei mia. Hai capito? Mia e di nessun altro!”

” Ma di chi amore mio, che dici? Chi altro?”,

“Ho visto come hai guardato il portiere dell’albergo…” E giù un altro ceffone.

” Ci hai fatto un pensierino, vero? Magari mentre io dormivo voi ve la spassavate, eh? Ho visto come lo guardavi!”

” Ma che dici? Io neanche mi ricordo che c’era un portiere….”

Al terzo ceffone mi è cominciato a colare qualcosa di caldo dal naso, ho pensato che vergogna il moccio proprio la prima notte di nozze e invece era sangue. L’ho capito dalla goccia che è caduta sulla camicia da notte di Laura Biagiotti che le amiche mi avevano regalato la sera dell’addio al nubilato: un completo con vestaglia abbinata e una fila di brillantini (forse anche quelli Swarovski) tutto intorno alla scollatura, lo sanno tutti che a me piacciono i brillantini…

“Hai capito questa parola? Ora sei una cosa mia…”

” Ma certo che sono tua, ti ho sposato per questo amore mio.”

Come andrà via il sangue dalla seta bianca? Mi sa che non è proprio seta-seta, ci sarà di sicuro una percentuale di sintetico per dare questa bella lucidità e poi c’è scritto che non si deve stirare, quindi…

Al quarto ceffone, che era quasi un pugno, sono caduta a terra, credo pure di essere svenuta per qualche minuto, non me l’aspettavo, e sono rimasta lì sul pavimento senza fiato.

“Amore mio credimi, io amo solo te, amerò solo te, non ti darò motivo di dubitare, se vuoi usciamo sempre e solo insieme noi due, tanto che ci vado a fare da sola in giro, hai ragione, senza te non mi diverto, ti amo stella mia, se vuoi lascio pure il lavoro, tanto era un part time giusto per avere un pò di soldini miei, hai ragione che ci faccio? Se ho bisogno chiedo a te, e poi che mi serve? Hai ragione, è inutile questo debole per le borsette, a chi devo piacere, chi mi deve vedere?

Ero troppo vanitosa prima di sposarti, ora ho capito, anima mia, quanto mi vuoi bene, mi stai aiutando a migliorare, ma da mia madre almeno la domenica ci posso andare? Magari mentre vedi la partita, ma se non vuoi no, verrà lei…qualche volta, certo, anche se ultimamente non sta bene, la vedo preoccupata, affari suoi, noi abbiamo la nostra famiglia, la nostra famiglia siamo io e te e io sono tutta per te, io sono tua…”

Quando è tornato dal bar del piano terra sapeva di whisky, o forse era amaro Averna, sentivo poco gli odori perchè mi si era un pò gonfiato il naso anche se, lavandolo con l’acqua fredda, il sangue rappreso era andato via. Sulla camicia da notte invece era rimasta una macchia proprio sul davanti, per quanto ho strofinato non c’è stato verso, sangue e vino rosso sono micidiali, ma per fortuna ne avevo un’altra, io su queste cose sono previdente, non mi cogli in fallo, doppio di tutto…

” Ripeti, ripeti, o mia o di nessun altro.”

Quando è arrivato a letto, mi ha carezzato i capelli e la ferita e abbiamo fatto l’amore…abbiamo, l’ha fatto lui, perchè io ero già morta stecchita. Ecco perchè, quando sei anni dopo mi ha ucciso veramente con il coltello del pane, io non c’ero già più da tanto tempo…

” O mia o di nessun altro!”

Tanto la vera essenza di me non c’era più, ero diventata una cosa sua e una cosa non può morire perchè una cosa è inanimata.

Per la cronaca, quella macchia poi non è più andata via neanche con la candeggina.

 

Per avere aiuto in caso di violenza e stalking o anche solo un consiglio è possibile chiamare il numero 1522.

Il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile. L’accoglienza è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco.

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