23.11.2022
Varie

La violenza ha le chiavi di casa

Quante volte ancora dovremo leggere di donne uccise da uomini la cui pericolosità non era stata né valutata né presa in considerazione né tanto più neutralizzata?
Quante volte ancora dovrà una donna subire la delusione di non essere creduta e protetta dalle Istituzioni, di vedere minimizzata, svalutata, normalizzata la violenza subita spesso  anche in presenza dei propri figli?

Il rapporto del Viminale nell’agosto del 2022 evidenzia l’aumento delle violenze e dei femminicidi in Italia.

Le donne sono uccise per la maggior parte da uomini a loro vicini, alcuni anche già da loro più volte denunciati per violenze quotidiane. È necessario che tutti i soggetti coinvolti imparino a valutare il rischio dopo che le donne hanno deciso di denunciare. Molte denunce sono archiviate, molte sono sottovalutate. Il rapporto Eurispes di giugno 2022 ha attestato che due cittadini su tre in Italia dichiarano di non avere fiducia nel sistema giudiziario.

Le aule di giustizia sono il terminale finale, solo una donna su dieci ci arriva, ma se nemmeno il sistema giudiziario è in grado di identificare le forme simboliche del dominio e della discriminazione sessista, che è di per sé violenza nascosta, non sarà a maggior ragione capace di riconoscere e attribuire la dovuta rilevanza alla violenza esplicita, che prolifera in un contesto sociale e culturale complice.

Le donne che subiscono violenza hanno il diritto di dire che non di rado il pregiudizio prende il sopravvento sul giudizio, e che la protezione che le Istituzioni dovrebbero offrire alle persone offese in realtà non arriva o arriva troppo tardi, di fatto legittimando anche la reiterazione delle aggressioni, anche mortali. E non certo perché manchino gli strumenti legislativi: ciò di cui si sente la mancanza sono le concrete pratiche attuative dei principi di tutela, e le verifiche di efficacia degli interventi, quando ci sono.
Cosa dobbiamo rispondere alle donne che ogni giorno chiedono aiuto, vivono in ostaggio della paura per sé e per i loro figli, e temono la neutralizzazione di tutti i loro diritti, anziché dei loro aggressori?

Il 70% degli atti di violenza sessuale non viene denunciato.

Una donna su tre nel corso della propria vita è stata oggetto di molestie.
Le donne vittima di violenza hanno una percentuale doppia rispetto all’ordinario di compiere atti autolesionistici. I disturbi alimentari gravi sono spesso conseguenza di violenze subite.
Incubi ed attacchi di panico perseguiteranno la vittima negli anni della propria vita.

Fonte: Rispetto delle donne tutto l’anno-pamphlet contenente una sintesi della Convenzione di Istanbul – curata dalla coordinatrice degli Stati generali delle donne Isa Maggi