Il desiderio della conoscenza è insito dentro di noi. Qualsiasi sia il settore o i settori che ci interessano, la curiosità è una prerogativa per tutte e tutti noi.
“La conoscenza è un bene molto originale sul piano economico, per le sue caratteristiche naturali o, più precisamente intrinseche: è, infatti, un BENE COMUNE (cioè è difficilmente privatizzabile) quindi, non esclusivo e non competitivo- nel senso che chi trasmette una conoscenza non se ne priva-, ha costi molto bassi di riproduzione e si produce grazie alla comunicazione e alla COOPERAZIONE VOLONTARIA.”
Senza il desiderio di conoscenza non ci sarebbe innovazione e, probabilmente, ci saremmo fossilizzati a idee che non ci avrebbero portato a nulla. Non saremmo, quindi, riusciti a diventare quello che siamo oggi, nel bene e nel male.
Il mondo di internet, in questo, ci ha assolutamente facilitato il lavoro, perché possiamo avere tutti i tipi d’informazione che desideriamo e la conoscenza è proprio dietro l’angolo.
“Il nuovo modo di produrre conoscenze-collaborativo, trasparente e aperto- è già entrato in contraddizione con il modo di produzione tradizionale dei beni materiali. Il free software e l’open source, Wikipedia e l’open science sono le prime importanti e concrete dimostrazioni del successo delle nuove modalità di produzione. Queste sono promosse e gestite in autonomia, dalle lavoratrici e dai lavoratori della conoscenza, sostanzialmente fuori dalle gerarchie aziendali e dal mercato, ma si stanno dimostrando molto più innovative ed efficaci del modo di produrre tradizionale, basato, invece, sulle gerarchie di potere, sull’autorità e sul segreto, sulla competizione accanita e sui diritti esclusivi di proprietà intellettuale.”
“La capacità creativa è il bene più prezioso della donna perché dona all’esterno e la nutre all’interno, ad ogni livello psichico e mentale, emotivo ed economico”
Tratto da “DONNE CHE CORRONO COI LUPI” di Clarissa Pinkola Estés