In Italia siamo molto lontane dal raggiungimento del quinto dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, che l’Italia deve centrare entro il 2030 che è la
PARITA’ DI GENERE.
A febbraio 2020 l’Italia era al 76° posto su 153 per
gender gap occupazionale (dati del World Economic Forum).
L’Italia ha fatto dei passi avanti sul piano formale; abbiamo una
serie di legislazioni che hanno incluso questo principio, ma poi nella pratica,
come spesso succede nel nostro Paese, siamo ben distanti da quanto proposto
nella legge.
La
strada da fare è parecchia, perchè sul lavoro il divario tra uomini e donne è
forte, sia sul fronte della qualità che della quantità.
Di seguito le
considerazioni della sottosegretaria per l’Economia e le Finanze, Maria Cecilia
Guerra, che riguardano l’occupazione femminile e le conseguenze dell’attuale
pandemia:
-Ogni volta che si guardano le statistiche sull’occupazione femminile siamo di fronte a un quadro desolante. Avevamo raggiunto il 50% con il tasso di occupazione femminile, di 18 punti più basso di quello maschile, ma il Covid ci ha fatto tornare indietro.
Rimangono forti le disparità, le donne per esempio a parità
di lavoro guadagnano meno degli uomini. Un aspetto di questa disuguaglianza è
dato dal ruolo che le donne hanno nella famiglia. Banalmente, sono le donne che
si occupano del lavoro di cura e delle faccende domestiche, e questo le induce
ad accettare lavori vicino casa e flessibili, che spesso sono pagati male.
Un fattore che le espone maggiormente ai ricatti e alle molestie sul posto di lavoro. E poi c’è un substrato culturale che rappresenta un problema. Secondo diversi sondaggi si pensa per esempio che gli uomini non siano adatti ai lavori domestici, pur essendo semplici da imparare, e si ritiene che debba essere solo l’uomo a gestire le risorse della famiglia. In Parlamento ci sono diverse leggi a garanzia della trasparenza e dell’uguaglianza di genere, bisogna approvarle in tempi rapidi-.
E ancora:
-l Recovery plan -piani nazionali di ripresa- è un’occasione da non perdere per cominciare ad aggredire le profonde diseguaglianze di genere in Italia, a partire da quelle che riguardano il mercato del lavoro, con strumenti importanti quali il potenziamento dei servizi di cura, asili nido in primo luogo-.
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