23.11.2017
Helianthus Val di Sole

LE DONNE NON TACCIONO PIU’

Marlène Schiappa, la ministra francese delle Pari Opportunità e paladina dei diritti delle donne, è stata molte cose: militante femminista, blogger, autrice di saggi sulla conciliazione tra famiglia e lavoro, di un libro biografico sull’amore tra la bisnonna e un diplomatico italiano e di alcuni romanzi erotici firmati sotto pseudonimo.
La ministra trentaquattrenne, a proposito del tam tam mediatico a seguito dello scandalo negli Stati Uniti sugli abusi sulle donne parla dell’inizio di una battaglia culturale.

Di seguito una sintesi dell’intervista  alla ministra che, come prima cosa, chiede di non iniziare l’articolo con una descrizione fisica:

“Quando ho letto i primi ritratti che parlavano di me, sono rimasta di stucco. Si cominciava con i miei lunghi capelli, il trucco, i vestiti: delle donne si guarda prima il fisico, poi la vita privata e solo dopo la competenza”

Ha deciso di portare lo chignon per essere presa sul serio. Una piccola concessione al sessismo?

“Non è colpa mia se bisogna avere un’apparenza conservatrice per portare idee rivoluzionarie!”, commenta con slancio.

Quando è scoppiato lo scandalo negli Stati Uniti…

“Stavamo già lavorando alla legge contro le violenze sessuali e sessiste”, precisa Schiappa secondo cui la società adesso è finalmente pronta ad ascoltare la parola delle vittime.

COSA STA CAMBIANDO?

“Quasi due anni fa ho scritto un libro dal titolo Où sont les violeurs? (“Dove sono gli stupratori?” ndr) per denunciare il silenzio, il relativismo che accompagna le vittime. Mi sembra di vedere qualche progresso”.

Soprattutto grazie ai social network?

 “Per una vittima esprimersi davanti a uno schermo è più facile, si sente protetta. Non ci vedo nulla di male”.

  La società francese è più maschilista di altre?

“Viaggio molto all’estero, vedo che ci sono differenze tra Nord e Sud dell’Europa. In Francia i casi di molestie vengono minimizzati, si tende a dire che si tratta solo di maldestra seduzione.. .. Come se le donne non fossero capaci di distinguere la frontiera tra molestia e seduzione”.

Qual è la frontiera?

Il consenso. Se una donna dice di no, bisogna fermarsi. E non c’è regola fissa. Si può dire di sì, e poi di no, cambiare idea in poche ore. In ogni caso, rispettare un rifiuto – in qualsiasi momento venga espresso – è la linea rossa da non oltrepassare”.

Anche le donne devono riuscire a esprimere meglio il loro rifiuto?

 “È più difficile sottrarsi quando l’aggressore è un uomo di potere, qualcuno di autorevole o con il quale c’è un legame affettivo.

 La maggioranza degli stupri avviene nelle case, da mariti, uomini conosciuti, spesso parenti, vicini. Molte donne hanno vergogna, temono di perdere il posto di lavoro, di essere rigettate dalla comunità“.