Difendere e incentivare
l’occupazione delle donne,che rappresentano il 72,4% di chi lavora nella sanità
e nella scuola
Nel ripensare ai cambiamenti strutturali necessari a ridare slancio alla nostra economia,un ruolo decisivo dovrà ricoprire il sostegno all’occupazione e all’imprenditorialità femminile. Col progressivo ritorno alla normalità, l’occupazione femminile corre i maggiori rischi, oltre che per la crisi produttiva, anche per la dipendenza da fattori extra-economici, in particolare dai servizi per l’infanzia e dalla scuola. Le decisioni in questo settore avranno conseguenze anche sul lavoro femminile.
Donne qualificate,un’energia vitale per il paese soprattutto nell’attuale congiuntura che ci sta facendo riscoprire l’importanza – anche economica oltre che la stessa sopravvivenza collettiva – di settori che fondano la propria consistenza sul lavoro femminile.
Le circa dieci milioni di
lavoratrici si distribuiscono per il 25,5% nel settore della sanità e dell’istruzione,per
un 13,8% nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, per un 13,4% nei servizi
all’impresa, per il 12,5% nei servizi alla persona e collettivi. Significativa
è la presenza anche in comparti più hard come l’industria manifatturiera(12,2%)
o a grande rischio come il turismo (7,6%).
Ci sono comparti fondamentali per
il futuro del nostro paese dove è schiacciante la presenza di professionalità
femminili che raggiunge il 72,4% nei comparti della sanità e dell’istruzione è
donna,il 69,1% nei servizi destinati alla persona. Nei settori chiave del nuovo
sociale lavorano in complesso circa 3,8 milioni di donne rispetto 1,5 milioni
di uomini. Si tratta di comparti in cui saranno investite cospicue risorse
pubbliche e dovrà essere garantita una selezione del personale su basi
rigidamente meritocratiche che consentirebbe alle donne di essere più
competitive.
Anche nel turismo la maggioranza
del 50,5% è rappresentata dal lavoro femminile, la cui incidenza settoriale è
rilevante anche nei servizi all’impresa (48,8%),nella finanza e assicurazioni
(45 %), e nel commercio (41,5%), nella Pubblica Amministrazione (35%). Fra il
20 e 30% è l’incidenza delle occupate nei servizi di comunicazione e
informazione,nella logistica, in agricoltura e nell’industria.
Donne qualificate rappresentano un’energia vitale per il paese ma il loro minore potere effettivo rischia di farle subire un ennesimo arretramento di ruolo e di condizione
Sarebbe molto grave in un paese come l’Italia dove è evidente la strutturale ridotta partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
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