16.01.2017
Helianthus Val di Sole

Le strade libere le fanno le donne che le attraversano

Le strade libere le fanno le donne che le attraversano è uno dei tanti slogan della manifestazione NON UNA DI MENO alla quale abbiamo partecipato a Roma il 26 novembre scorso.

Una marea di donne, partite da piazza della Repubblica e arrivate a piazza San Giovanni, di tutte le età e di, almeno tre generazioni, che hanno manifestato contro la violenza sulle donne e a favore di una cultura democratica e paritaria.

Tanti colori, cori, voci, vestiti, striscioni, slogan, cartelli, manifesti e musiche per urlare il nostro NO alla violenza contro le donne.

Tra le promotrici dell’iniziativa la rete dei centri antiviolenza, l’Unione delle donne in Italia e l’Associazione Io decido. Moltissime le donne scese in piazza e arrivate da tutta Italia con striscioni e cartelli. Con loro anche diversi uomini, soprattutto giovani. Rispetto alle previsioni la manifestazione si è mossa con un po’ di ritardo perché “attendiamo pullman di donne che sono stati fermati per controlli lungo l’autostrada”, hanno riferito le organizzatrici.

E’ stata una manifestazione bellissima, pacifica e colorata.

Non ci sono stati né scontri, né contestazioni.

Siamo state fermate e fermati all’ uscita dell’autostrada dalle forze dell’ordine per i controlli. Eravamo provenienti da tutte le regioni d’Italia ed eravamo una moltitudine.

E non ci fermeremo!

Di seguito, una breve sintesi:

“Non una di meno è stata una manifestazione che ha mostrato di avere una forza propria. La chiamata in piazza, infatti, è avvenuta al di fuori dei circuiti tradizionali della politica. Assente è stato l’apporto di partiti e grandi media. Ma nonostante tutto ciò, circa 200mila persone, per la maggioranza donne, e di tutte le generazioni, hanno voluto essere lì.

Questa forza dovrebbe farci riflettere. Ci parla di ricostruzione etica e valoriale, mentre il Paese è quasi costretto a dividersi ed è schiacciato su una discussione che riguarda spesso solo ed esclusivamente il potere.

Stupisce, questo sì, che la politica non pensi e non senta il dovere di dare una risposta, come se non si sentisse chiamata profondamente in causa. Il femminicidio non è qualcosa che cade dal cielo, è il sintomo di una deviazione profonda e visibile, ogni giorno di più, dalla cultura dei diritti e dell’uguaglianza a cui si deve reagire con una cultura democratica, rispettosa delle libertà, con servizi all’altezza dei bisogni e con istituzioni – centrali e locali – presenti.

E non è un caso che a provare a ricostruire siano quasi sempre le donne, in Polonia come in Turchia, come in Kurdistan: per loro il cammino da fare è ancora tanto e non si è mai interrotto. Non una di meno conferma che anche in Italia la cultura e la forza delle donne rappresenta un giacimento prezioso di energie trasversali per rinnovare politica e istituzioni”.

Informazioni: https://nonunadimeno.wordpress.com/portfolio/foto/