Sono le donne a subire un maggiore impatto sociale in questa pandemia di coronavirus che svela, a tutti coloro che ancora non vogliono proprio riconoscerlo, i tanti compiti che assumono le DONNE, loro malgrado, al posto degli uomini.
L’assistenza e la cura, sia professionale che informale, ricoprono un ruolo essenziale per affrontare una pandemia e sono attività di “cura” che, principalmente, ricadono sulle donne.
Chi si prende cura di bambine e bambini a casa per la chiusura delle scuole?
E delle persone anziane che hanno bisogno di assistenza?
E di tutte quelle persone che hanno un diverso grado di disabilità?
Chi si preoccupa della spesa, della cucina, della pulizia della casa?
A livello internazionale si sottolinea come
“le donne fanno la maggior parte del lavoro di cura, pagato e non, rappresentano il 70% del personale sanitario globale, metà dei dottori e il 95% del personale dei centri di assistenza a lungo termine nei paesi Ocse”.
“Rischiano la loro vita, ma i loro stipendi, il loro status e il loro riconoscimento sociale sono limitati”.
Inoltre, le donne sono “potenziamente più esposte” nella recessione perché molte lavorano nei settori informali, senza protezione sociale adeguata.
Altro tema: le scuole rimarranno chiuse fino a settembre.
Come si pensa di far ricominciare a lavorare la moltitudine di mamme che, fino all’alba di questa pandemia, erano delle perfette equilibriste tra lavori “bianchi” sottopagati, lavori “neri” e lavori “invisibili”???
Forse, e scrivo solo FORSE, bisognerà consultarle le DONNE per sapere come sarebbe meglio, e più opportuno, organizzarsi con bambine e bambini che sono a casa, per ricominciare a lavorare e produrre.
O no?
Quanti gruppi di lavoro, task force, ministeriali e non, sono al lavoro per risolvere problemi?
Qui le dichiarazioni della senatrice Emma Bonino:
“Se c’è qualcuno che in queste settimane si è preso sulle spalle gli equilibri famigliari, ha dovuto conciliare tempo di lavoro e di vita, beh, quelle sono state le donne. E tu oggi le vuoi tenere fuori dalle decisioni sull’Italia che verrà? Ma con chi devi parlare di come riaprire le scuole, se non con le donne?”.
La fase due, in Italia, è stata decisa senza le DONNE ed è sulle spalle delle DONNE che cadrà il peso maggiore di questa scelta.
Se la società che uscirà da questa crisi sarà con una maggiore o minore uguaglianza di genere, amplierà o ridurrà i troppi divari esistenti, potenzierà o smantellerà gli stereotipi e i ruoli della divisione sessuale del lavoro, dipenderà molto da se verrà applicata in maniera trasversale a tutte le politiche e le misure attuate per superarla una prospettiva di genere, una visione femminista.
Però le DONNE sono in prima fila nella gestione pratica dell’emergenza.
Come sempre.
E sul loro lavoro, a costo zero, si continua a contare comunque.
Fino a quando?
Tra le fonti consultate:
http://www.ingenere.it/articoli/come-pandemia-colpisce-donne-spagna
https://www.9colonne.it/245765/coronavirus-l-esperta-sulle-donne-la-crisi-peserà