30 gennaio 1945: una data da non dimenticare.
Le donne italiane conquistarono il diritto di voto.
Il voto alle donne, o suffragio femminile, è una conquista recente. Il 30 gennaio del 1945, quando l’Europa era ancora impegnata nel conflitto e l’Italia settentrionale era occupata dai tedeschi, durante una riunione del Consiglio dei ministri si discusse del tema, su proposta di Palmiro Togliatti (Partito Comunista) e Alcide De Gasperi (Democrazia Cristiana). Certo, non tutti erano favorevoli, come membri del Partito liberale, del Partito d’Azione e del Partito Repubblicano.
La questione venne trattata come qualcosa di ormai INEVITABILE, visti i tempi.
Il decreto fu emanato il giorno dopo, il 31 gennaio e stabilì che potevano votare le donne con più di 21 anni, salvo le prostitute.
L’eleggibilità delle donne, quindi non solo la possibilità di andare a votare, venne stabilita, invece, con un decreto successivo, del 10 marzo del 1946 e le prime elezioni politiche in Italia si tennero nel giugno del 1946, quando la popolazione fu chiamata a votare a favore del referendum istituzionale monarchia-repubblica.
Era il 2 giugno 1946, anche se in realtà già qualche mese prima, alcune donne andarono alle urne per le amministrative comunali.
E in quell’occasione, si fecero passi da gigante perchè furono elette le prime due DONNE SINDACHE della storia: