16.11.2023
Varie | Violenza contro le donne

I centri antiviolenza

 

I Centri antiviolenza e le Case rifugio costituiscono il fulcro della rete territoriale della presa in carico delle donne vittime di violenza.

Dal report dell’ ISTAT aggiornato ad agosto 2023  denominato -IL SISTEMA DELLA PROTEZIONE PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA– relativo agli anni 2021 e 2022, di seguito alcuni dati:

-L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema informativo un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla violenza contro le donne in Italia.

L’obiettivo è fornire notizie e indicatori statistici di qualità che offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza, Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking 1522).

Questi i principali risultati:

  • La rete di protezione è di fondamentale importanza per le donne vittime di violenza: prima di iniziare il percorso di uscita dalla violenza, il 40% delle donne si è rivolta ai parenti per cercare aiuto, il 30% alle forze dell’ordine, il 19,3% ha fatto ricorso al pronto soccorso e all’ospedale.
    ▪ Le forze dell’ordine e i servizi sociali e sanitari hanno un importante ruolo nell’orientare le donne verso i Centri Anti Violenza. Il 26,8% delle donne si reca ai Centri Anti Violenza autonomamente e il 17,5% con l’aiuto di parenti e amici, ma il 32,7% è guidato dagli operatori sul territorio (forze dell’ordine, servizi sociali e presidi della salute).
    Le differenze regionali sono marcate.
    ▪ La formazione è di centrale importanza: i Centri Anti Violenza  non soltanto sono luoghi di protezione per le donne, le cui operatrici che vi lavorano ricevono una formazione annuale (quasi nel 90% dei casi), ma si fanno carico di formare anche altre figure professionali all’esterno del Centri Anti Violenza (71% dei casi).
    ▪ Quasi tutti i Centri Anti Violenza si occupano di prevenzione sul territorio conducendo attività di vario tipo, fra le quali iniziative nelle scuole (nell’85,7% dei Centri Anti Violenza).
    Anche tramite il numero 1522 spesso le donne sono indirizzate verso i Centri Anti Violenza e le Case rifugio:
    specificatamente, il 73,5% delle donne vittime di violenza è indirizzato ad un servizio territoriale di supporto. Di queste, il 94,4% è stato inviato a un Centro Anti Violenza, il 2,4% alle forze dell’ordine e l’1,1% alle Case rifugio.
  • Compito del 1522 è , infatti, anche quello di segnalare casi di urgenza.
    ▪ Sono 373 i Centri antiviolenza e 431 le Case rifugio, un dato in aumento rispetto agli anni precedenti, così come è in aumento la loro utenza.
    ▪ 34.500 donne si rivolgono ai Centri Anti Violenza, 21.252 di queste ha figli (61,6% del totale).
    ▪ Su un totale di 15.248 figli minorenni, la percentuale di quelli che hanno assistito alla violenza del padre sulla madre è pari al 72,2% e il 19,7% la hanno anche subita.
    ▪ Nei Centri Anti Violenza operano 5.416 figure professionali e 3.219 nelle Case rifugio. La maggior parte del personale delle Case rifugio è retribuito. Tante sono le figure professionali che vi operano, dalle operatrici, alle educatrici, alle psicologhe ed avvocate; sono di meno le mediatrici.
    ▪ I finanziamenti di Centri Anti Violenza e Case rifugio sono soprattutto pubblici; alcuni Centri Anti Violenza hanno anche altre fonti di
    finanziamento grazie alle quali riescono a garantire maggiori servizi e numeri superiori di accoglienza.
    ▪ Uscite ed entrate sono simili, ma non sono poche le realtà che faticano a sostenersi, presentando bilanci negativi, soprattutto i Centri Anti Violenza e le Case che spesso dispongono di entrate scarse (fino a 10mila euro).
    ▪ Importanti le differenze territoriali delle disponibilità finanziarie. I Centri Anti Violenza del Nord-est hanno più fondi; tra le Case rifugio, sono, invece, quelle delle Isole e del Centro ad avere più fondi.
QUESTI I CENTRI ANTIVIOLENZA in TRENTINO ALTO ADIGE:
  • Centro Antiviolenza Trento. Associazione Coordinamento Donne ONLUS
  • Associazione GEA – per la solidarietà femminile contro la violenza. Bolzano
  • Donne contro la violenza –Merano.

I Centri antiviolenza non solo si fanno carico del lavoro della protezione delle donne, ma conducono anche attività importanti dal punto di vista della prevenzione della violenza. In particolare organizzano attività formative (il 71,7% dei Centri Anti Violenza) di cui sono destinatari soprattutto rappresentanti del sindacato (81,3%), avvocati (60,9%), forze dell’odine (56,4%), altre associazioni (48,3%), operatori sanitari (42,3%) e operatori sociali (29,5%). Le attività sono svolte maggiormente dai Centri Anti Violenza del Nord (77%), meno da quelli del Sud (62,7%) e delle Isole (65,2%).

Organizza interventi presso le scuole l’85,7% dei Centri Anti Violenza, attività che viene svolta da tutti i Centri di Valle D’Aosta/Vallée d’Aoste, Liguria, Umbria, Marche, Molise, Calabria e della Provincia di Trento.
Altre attività riguardano la raccolta di documentazione e dati (81,4%) e soprattutto l’organizzazione di iniziative culturali di prevenzione, pubblicizzazione e sensibilizzazione sul fenomeno della violenza sulle donne, come le campagne di sensibilizzazione, spettacoli teatrali e film, mostre, manifestazioni sportive, svolte dalla quasi totalità dei Centri (97,1%).

Qui per avere altre informazioni sui centri anti violenza e case rifugio in Italia, a cura dell’ ISTAT.

Fonti:

https://www.direcontrolaviolenza.it/i-centri-antiviolenza/trentino-alto-adige/

https://www.istat.it/it/archivio/287411

https://www.istat.it/it/files/2023/08/2023-03-08-statreportprotezione-Istat-Dpo.pdf