05.04.2024
Cultura e territorio | linguaggio di genere | Varie

UNITN e il primo regolamento tutto al femminile

Novità all’orizzonte sul tema del linguaggio rispettoso delle differenze.

E’ stato approvato dal Consiglio di amministrazione dell’università di Trento, il regolamento generale di ateneo che introduce una novità: il documento è scritto usando il ‘femminile sovraesteso’ per le cariche e i riferimenti di genere.

Queste le dichiarazioni del rettore dell’ università di Trento:

 «Un atto simbolico per dimostrare parità a partire dal linguaggio dei nostri documenti».

È il primo caso di atto redatto in questo modo all’Università di Trento.

 Dall’adozione nel 2017 delle guida sul linguaggio rispettoso delle differenze, prosegue l’impegno dell’Ateneo per la costruzione di un’università che ha la parità di genere come tema e obiettivo.

“I termini femminili usati in questo testo si riferiscono a tutte le persone”

Il rettore, Flavio Deflorian,  spiega la genesi e le ragioni di questa decisione: 

«Nella stesura del nuovo Regolamento abbiamo notato che accordarsi alle linee guida sul linguaggio rispettoso avrebbe appesantito molto tutto il documento. In vari passaggi infatti si sarebbe dovuto specificare i termini sia al femminile, sia al maschile. Così, per rendere tutto più fluido e per facilitare la fase di confronto interno, i nostri uffici amministrativi hanno deciso di lavorare a una bozza declinata su un unico genere.

 Hanno scelto quello femminile, anche per mantenere all’attenzione degli organi di governo la questione.

 Leggere il documento mi ha colpito.

 Come uomo mi sono sentito escluso.

 Questo mi ha fatto molto riflettere sulla sensazione che possono avere le donne quotidianamente quando non si vedono rappresentate nei documenti ufficiali.

 Così ho proposto di dare, almeno in questo importante documento, un segnale di discontinuità.

Una decisione che è stata accolta senza obiezioni».

 

Finalmente!

 

“Le lingue sono sempre il termometro de’ costumi, delle opinioni  

delle nazioni e de’ tempi” (Giacomo Leopardi)

 

E’ ormai arcinoto che il linguaggio è parte fondamentale della cultura e che per superare certi retaggi culturali un lavoro molto importante va fatto anche a livello linguistico. Così come è noto e attuale che molti enti pubblici e università si sono dotati di linee guida per un linguaggio inclusivo.

Di seguito la dichiarazione di Julia Unterberger, iscritta al gruppo delle Autonomie al Senato ed eletta con la Svp: 

«Sostengo la scelta dell’Università di Trento di introdurre il femminile sovraesteso, ossia l’utilizzo del femminile per tutte le cariche e i riferimenti di genere nei documenti dell’Università. In Italia — ricorda la senatrice — di solito il femminile viene usato per i ruoli e le professioni più umili, mai per i ruoli di potere e le posizioni apicali.

 Ha ragione il Rettore nel rivendicare il valore simbolico di una proposta che ha ottenuto il consenso unanime del cda dell’Università: un’inversione linguistica per far comprendere a tutti il senso di subalternità ed esclusione che la lingua può generare». 

Sa bene che nel centrodestra sono su tutte le furie:

 «Peccato che non capiscano queste iniziative e parlino di inutile provocazione. È invece di una decisione coraggiosa e intelligente, che spero sia replicata anche altrove».

Io, nel mio piccolo, ho già scritto dell’importanza di un linguaggio inclusivo e ho portato, in Val di Sole, un incontro di riflessione e confronto sull’importanza della comunicazione e di un linguaggio rispettoso delle differenze. Qui per approfondire.

E spero vivamente che l’esempio del rettore dell’università di Trento venga seguito anche da altre università. 

Fonti:

Maschile e Femminile | UniTrentoMag (unitn.it)

Centro Studi Interdisciplinari di Genere – CSG | Trento | Facebook