Seconda parte
Tratto dalla comunicazione della Presidente Ursula von der Leyen, dal titolo
Un’Unione dell’uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025
che inquadra l’operato della Commissione europea in materia di parità di genere e definisce gli obiettivi politici e le azioni chiave per il periodo 2020-2025.
-In questo anno 2020, che coincide con il 25º anniversario dell’adozione della dichiarazione e della piattaforma d’azione di Pechino – il primo impegno e piano d’azione universale per promuovere l’uguaglianza tra donne e uomini – la strategia qui delineata rappresenta il contributo dell’Unione Europea alla costruzione di un mondo migliore per donne e uomini, ragazze e ragazzi.
1 Liberarsi della violenza e degli stereotipi
Chiunque dovrebbe essere al sicuro nella propria casa, nelle relazioni più strette, sui luoghi di lavoro, negli spazi pubblici e online. Le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi, in tutta la loro diversità, dovrebbero essere liberi di esprimere le loro idee e le loro emozioni e di perseguire le loro scelte formative e professionali senza sentirsi vincolati da ruoli di genere stereotipati.
Porre fine alla violenza di genere
La violenza di genere, vale a dire qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale o che colpisce le donne in modo sproporzionato, rimane una delle maggiori sfide delle nostre società ed è profondamente radicata nella disparità di genere. Sulla violenza di genere, in tutte le sue forme, si continua a tacere e a chiudere gli occhi, sia all’interno che all’esterno dell’Unione Europea.
L’Unione Europea farà tutto il possibile per impedire e combattere la violenza di genere, sostenere e proteggere le vittime di questi reati e far sì che i responsabili rispondano del loro comportamento violento.
La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (“Convenzione di Istanbul”) è la cornice di riferimento per le norme internazionali in questo settore. Concludere l’adesione dell’Unione Europea, che l’ha firmata nel 2017, è una priorità fondamentale per la Commissione. Per accelerare la conclusione di questa adesione, nel 2019 il Parlamento europeo ha chiesto alla Corte di giustizia dell’Unione europea di pronunciarsi sulla questione.
Nel caso in cui l’adesione dell’Unione Europea alla Convenzione di Istanbul rimanga bloccata, la Commissione intende proporre, nel 2021, misure atte a conseguire gli stessi obiettivi della Convenzione di Istanbul, nei limiti della competenza dell’Unione Europea.
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il 33% delle donne nell’Unione Europea ha subito violenze fisiche e/o sessuali
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il 22% delle donne nell’Unione Europea ha subito violenze ad opera del proprio partner
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il 55% delle donne nell’Unione Europea ha subito molestie sessuali
La Commissione, in particolare, intende presentare un’iniziativa volta ad estendere le sfere di criminalità in cui vi siano margini di armonizzazione – i cosiddetti eurocrimini – a forme specifiche di violenza di genere conformemente all’articolo 83, paragrafo 1, del TFUE.
Qualora siano già incluse negli eurocrimini attualmente previsti ai sensi dell’articolo 83, paragrafo 1, del TFUE, la Commissione proporrà misure supplementari per prevenire e combattere forme specifiche di violenza di genere, comprese le molestie sessuali, gli abusi a danno delle donne e le mutilazioni genitali femminili (MGF).
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Secondo le stime, 600.000 donne e ragazze hanno subito mutilazioni genitali femminili in Europa e 180.000 ragazze corrono lo stesso rischio
Le mutilazioni genitali femminili, l’aborto forzato e la sterilizzazione forzata, i matrimoni precoci ed imposti con la forza, la violenza perpetrata in nome del cosiddetto “onore” e altre pratiche lesive a danno delle donne e delle ragazze sono forme di violenza di genere e gravi violazioni dei diritti delle donne e dei minori all’interno dell’Unione Europea e nel mondo intero. Oltre ad un’eventuale normativa, l’Unione Europea presenterà una raccomandazione sulla prevenzione delle pratiche lesive che terrà conto anche della necessità di misure preventive e riconoscerà l’importanza dell’istruzione. La raccomandazione affronterà inoltre gli aspetti del potenziamento dei servizi pubblici, delle misure di prevenzione e di supporto, dello sviluppo di capacità professionali e di un accesso alla giustizia incentrato sulle esigenze delle vittime.
Nel 2020 la Commissione presenterà inoltre una strategia per i diritti delle vittime che risponderà alle esigenze specifiche delle vittime della violenza di genere, compresa quella domestica, sulla base della direttiva riguardante i diritti delle vittime.
Le donne che hanno un problema di salute o una disabilità hanno maggiori probabilità di diventare bersaglio di diverse forme di violenza. La Commissione elaborerà e finanzierà misure atte a contrastare gli abusi, la violenza e la sterilizzazione e l’aborto forzati, ad esempio tramite lo sviluppo di capacità professionali e campagne di sensibilizzazione sui diritti e sull’accesso alla giustizia.
Prevenire efficacemente la violenza è fondamentale. Implica educare ragazzi e ragazze alla parità di genere sin dall’infanzia e sostenere lo sviluppo di relazioni non violente. Richiede inoltre l’adozione di un approccio multidisciplinare da parte dei professionisti e dei servizi preposti, che coinvolga anche il sistema della giustizia penale ed includa il supporto alle vittime, programmi rivolti ai responsabili degli atti di violenza e servizi socio-sanitari.
Affrontare l’aspetto della violenza sulle donne e delle ideologie che minano i loro diritti potrebbe anche contribuire a prevenire la radicalizzazione che porta all’estremismo violento e al terrorismo. La Commissione avvierà una rete dell’Unione Europea per la prevenzione della violenza di genere e della violenza domestica che riunirà gli Stati membri e le parti interessate per lo scambio di buone pratiche e finanzierà la formazione, il rafforzamento delle capacità e i servizi di supporto.
Prevenire la violenza incentrandosi in particolare sugli uomini, sui ragazzi e sulle “mascolinità” avrà un’importanza fondamentale.
Per affrontare l’aspetto della violenza e delle molestie in ambito lavorativo, la Commissione continuerà a incoraggiare gli Stati membri a ratificare la Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro, ad attuare le norme dell’Unione Europea attualmente in vigore in materia di protezione dei lavoratori contro le molestie sessuali e a sensibilizzare i cittadini. In quanto datore di lavoro, la Commissione adotterà un nuovo quadro giuridico completo contenente una serie di misure di prevenzione e reazione alle molestie sul luogo di lavoro.
La violenza online contro le donne è diventata dilagante e ha conseguenze specifiche e drammatiche: è una cosa inaccettabile. Questo tipo di violenza ostacola la partecipazione delle donne alla vita pubblica.
Il bullismo, le molestie e le ingiurie sui social media hanno effetti di ampia portata sulla vita quotidiana delle donne e delle ragazze. La Commissione proporrà una legge sui servizi digitali per chiarire le responsabilità delle piattaforme online per quanto riguarda i contenuti diffusi dagli utenti. La legge chiarirà quali misure si attendono dalle piattaforme per contrastare le attività illegali online, tutelando nel contempo i diritti fondamentali. Gli utenti devono inoltre essere in grado di contrastare altri tipi di contenuti lesivi e oltraggiosi che non sempre sono considerati illegali, ma che possono avere effetti devastanti. Per proteggere la sicurezza delle donne online, la Commissione agevolerà lo sviluppo di un nuovo quadro di cooperazione tra le piattaforme Internet.
La stragrande maggioranza delle vittime della tratta di esseri umani, sia all’interno che all’esterno dell’Unione Europea, è rappresentata da donne e ragazze, che sono principalmente oggetto di sfruttamento sessuale. L’Unione Europea affronta il problema della tratta in modo globale attraverso un coordinamento in tutti i settori pertinenti. Combattere l’impunità di chi la utilizza, la sfrutta e ne trae lucro è una priorità. Le preoccupazioni delle donne e delle ragazze vittime della tratta devono essere al centro dell’elaborazione delle politiche. Nell’ambito dell’Unione della sicurezza, la Commissione presenterà una nuova strategia dell’Unione Europea per l’eradicazione della tratta degli esseri umani e una strategia dell’Unione Europea per una lotta più efficace contro l’abuso sessuale sui minori.
Combattere gli stereotipi di genere
Gli stereotipi di genere sono una delle cause profonde della disparità di genere e interessano tutti i settori della società. Le aspettative stereotipate basate su un modello standardizzato di donna, uomo, ragazza e ragazzo limitano le loro aspirazioni, le loro scelte e la loro libertà e devono pertanto essere smantellate. Gli stereotipi di genere contribuiscono fortemente al divario retributivo di genere. Sono spesso associati ad altri stereotipi, quali quelli basati sulla razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale, e tale associazione può rafforzarne gli effetti negativi.
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il 44% degli europei ritiene che, per una donna, il compito principale sia occuparsi della casa e della famiglia
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il 43% ritiene che, per un uomo, il compito principale sia guadagnare denaro
L’intelligenza artificiale (IA) è diventata un settore di importanza strategica e un fattore trainante per il progresso economico; le donne devono perciò partecipare al suo sviluppo in veste di ricercatrici, programmatrici e utilizzatrici. Se è vero che l’intelligenza artificiale può trovare soluzioni per molte sfide sociali, essa rischia tuttavia di aggravare le disparità di genere. Gli algoritmi e l’apprendimento automatico ad essi correlato, se non sufficientemente trasparenti e robusti, rischiano di riprodurre, amplificare o contribuire a pregiudizi di genere di cui i programmatori possono non essere a conoscenza o che sono il risultato di una specifica selezione di dati. Il nuovo Libro bianco della Commissione sull’intelligenza artificiale definisce la strategia europea in questo settore, fondandola sui valori e sui diritti fondamentali dell’Unione Europea, tra cui il principio di non discriminazione e la parità di genere. Il prossimo programma quadro per la ricerca e l’innovazione, Orizzonte Europa, fornirà anche idee e soluzioni per affrontare i pregiudizi di genere potenzialmente connessi all’intelligenza artificiale e per sfatare gli stereotipi di genere in tutti gli ambiti sociali, economici e culturali, sostenendo l’elaborazione di politiche scevre da pregiudizi e basate su dati comprovati.
I mezzi di comunicazione e i settori culturali influenzano notevolmente le convinzioni, i valori e la percezione della realtà della gente e sono quindi altri canali chiave per cambiare gli atteggiamenti e combattere gli stereotipi. La Commissione continuerà a finanziare progetti di promozione della parità di genere nel quadro di Europa creativa e di Music Moves Europe e presenterà una strategia per la parità di genere nell’industria audiovisiva quale componente del prossimo sottoprogramma MEDIA, in cui includerà un sostegno finanziario, un dialogo strutturato e azioni di tutoraggio e formazione per registe, produttrici e sceneggiatrici.
La Commissione avvierà una campagna di comunicazione a livello dell’Unione Europea per combattere gli stereotipi di genere in cui prenderà in considerazione tutti gli ambiti di vita, con un approccio intersezionale e focalizzandosi sull’impegno dei giovani, in collaborazione con gli Stati membri.
2 Realizzarsi in un’economia basata sulla parità di genere
La costruzione di un’Europa prospera e sociale dipende da tutti noi. Le donne e gli uomini, in tutta la loro diversità, dovrebbero avere pari opportunità di realizzazione personale ed essere economicamente indipendenti, ricevere la stessa retribuzione per un lavoro di pari valore, avere pari accesso ai finanziamenti e percepire pensioni eque. Le donne e gli uomini dovrebbero ripartirsi equamente le responsabilità economiche e di assistenza familiare.
Colmare il divario di genere nel mercato del lavoro
L’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro ha un forte impatto positivo sull’economia, soprattutto a fronte di una riduzione della forza lavoro e di una carenza di competenze. È inoltre un mezzo che consente alle donne di plasmare la loro vita, svolgere un ruolo nella vita pubblica ed essere economicamente indipendenti.
Il tasso di occupazione femminile nell’Unione Europea non è mai stato così elevato; eppure, molte donne continuano ad incontrare ostacoli all’accesso e alla permanenza nel mercato del lavoro. Alcune sono strutturalmente sottorappresentate nel mercato del lavoro, spesso a causa della combinazione dell’essere donna con ulteriori condizioni di vulnerabilità o emarginazione, ad esempio l’appartenenza a minoranze etniche o religiose o la provenienza da un contesto migratorio.
Migliorare l’equilibrio tra la vita professionale e la vita privata è uno dei modi per colmare il divario di genere nel mercato del lavoro. Le responsabilità e i diritti in materia di assistenza familiare devono spettare a entrambi i genitori. La direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare introduce norme minime in materia di congedi per motivi familiari e modalità di lavoro flessibili per i lavoratori e promuove un’equa ripartizione delle responsabilità di assistenza tra i genitori. Per consentire a donne e uomini di realizzarsi sia personalmente che professionalmente, la Commissione farà sì che gli Stati membri recepiscano e attuino correttamente questa direttiva; li esorta inoltre ad andare al di là di tali norme minime in sede di riesame delle loro politiche e a garantire soluzioni efficaci, ad esempio per l’assistenza all’infanzia, in modo da raggiungere anche le zone meno popolate d’Europa. All’interno della propria amministrazione, la Commissione promuoverà e monitorerà l’uso equo di formule di lavoro flessibili da parte di tutti i suoi dipendenti.
Il programma di sostegno alle riforme strutturali può aiutare gli Stati membri ad integrare la dimensione di genere nella pubblica amministrazione, nell’elaborazione del bilancio dello Stato e nella gestione finanziaria. Può inoltre contribuire alle riforme strutturali nazionali negli Stati membri volte a colmare il divario di genere nei livelli di occupazione e affrontare il problema della percentuale più elevata di donne in condizioni di povertà, in particolare in età avanzata.
Le politiche sociali ed economiche, la fiscalità e i sistemi di protezione sociale non dovrebbero perpetuare le disuguaglianze strutturali di genere basate sui ruoli tradizionalmente assegnati alla donna e all’uomo nel mondo del lavoro e nella vita privata. La Commissione elaborerà orientamenti per gli Stati membri su come i sistemi fiscali e previdenziali nazionali possano avere un impatto sugli incentivi o sui disincentivi finanziari per le persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare.
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A livello mondiale, nelle società di venture capital e private equity solo 1 dirigente su 10 è donna, anche se la rappresentanza femminile tra i soci dei Fondi privati che operano secondo una prospettiva di genere è del 72%.
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I gruppi di soci fondatori costituiti esclusivamente da uomini ricevono quasi il 92% di tutti i capitali investiti in Europa
Emancipare le donne nel mercato del lavoro significa anche offrir loro la possibilità di affermarsi come investitrici e imprenditrici. La politica di coesione dell’Unione Europea sostiene l’imprenditoria femminile, il (re)inserimento delle donne nel mercato del lavoro e la parità di genere in settori specifici, tradizionalmente maschili.
Raggiungere la parità nella partecipazione ai diversi settori economici
Sebbene in Europa le laureate superino numericamente i laureati, le donne continuano a essere sottorappresentate nelle professioni più remunerate. Nei lavori e nei settori scarsamente retribuiti e negli inquadramenti di livello più basso, la presenza femminile è superiore a quella maschile. Modelli sociali discriminatori, idee preconcette sulle competenze di donne e uomini e una sottovalutazione del lavoro femminile sono tra i fattori che contribuiscono a questa situazione.
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La percentuale degli uomini che lavorano nel settore digitale è 3,1 volte superiore a quella delle donne
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Solo il 22% dei programmatori che si occupano d’intelligenza artificiale è rappresentato da donne