25.06.2021
Varie

Verso un’Europa garante della parità di genere3

Terza e ultima parte

Tratto da-

Un’Unione dell’uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025

che inquadra l’operato della Commissione europea in materia di parità di genere e definisce gli obiettivi politici e le azioni chiave per il periodo 2020-2025.

-Affrontare il problema del divario retributivo e pensionistico di genere

Il principio della parità retributiva per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore è sancito dai trattati sin dal 1957 ed è stato recepito nel diritto dell’Unione Europea. Garantisce mezzi di ricorso in caso di discriminazione. Le donne, tuttavia, continuano a guadagnare in media meno degli uomini. Il divario di genere a livello occupazionale e retributivo che si accumula nell’arco di una vita porta a un divario pensionistico ancor più accentuato e, di conseguenza, espone le donne in età avanzata a un maggior rischio di povertà rispetto agli uomini.

Il divario pensionistico di genere nell’Unione Europea è del 30,1%

Per eliminare il divario retributivo di genere è necessario risolvere tutte le sue cause profonde, compresa la minor partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il lavoro invisibile e non retribuito, il maggior ricorso al tempo parziale e alle interruzioni di carriera, nonché la segregazione verticale e orizzontale basata su stereotipi e discriminazioni di genere.

Quando si dispone di informazioni sui livelli salariali è più facile individuare le differenze e le discriminazioni, ma poiché manca la trasparenza, molte donne non sanno o non possono dimostrare di essere sottopagate.

 La Commissione presenterà misure vincolanti sulla trasparenza retributiva entro la fine del 2020.

Tale iniziativa rafforzerà il diritto dei lavoratori di ottenere informazioni più dettagliate sui livelli salariali, anche se ciò comporterà probabilmente un maggior onere amministrativo per i datori di lavoro. Per trovare un giusto equilibrio per quest’azione dell’Unione Europea, la consultazione e l’ascolto delle parti sociali e delle amministrazioni nazionali rivestono la massima importanza. La Commissione ha intrapreso una valutazione approfondita del quadro attualmente in vigore sulla parità di retribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore. Insieme all’adozione della presente strategia, la Commissione sta avviando una consultazione ampia ed inclusiva con i cittadini, gli Stati membri e le parti sociali.

 Più in generale, la Commissione rilancerà la discussione con le parti sociali su come migliorare la parità di genere nel mondo del lavoro, anche all’interno delle loro strutture, e le incoraggerà ad adoperarsi maggiormente per affrontare il problema del divario di genere a livello occupazionale e retributivo.

Il minor guadagno, la maggior concentrazione nel lavoro a tempo parziale e il divario a livello di carriera professionale legati alle responsabilità di assistenza a carico delle donne contribuiscono notevolmente al divario pensionistico di genere. Nell’edizione 2021 della relazione sull’adeguatezza delle pensioni la Commissione, insieme al comitato per la protezione sociale del Consiglio, valuterà il modello di ripartizione dei rischi e delle risorse tra donne e uomini nei sistemi pensionistici.

Al fine di tutelare i diritti pensionistici e incoraggiare un’equa ripartizione delle responsabilità di assistenza familiare tra donne e uomini, la Commissione esaminerà, insieme agli Stati membri e ai portatori di interessi, l’opportunità di concedere crediti pensionistici per le interruzioni di carriera per motivi di assistenza nell’ambito dei regimi pensionistici professionali, come raccomandato dal gruppo ad alto livello sulle pensioni.

Colmare il divario di genere nell’assistenza familiare

Realizzarsi sul lavoro gestendo contemporaneamente le responsabilità di assistenza familiare è una sfida, soprattutto per le donne. Spesso le donne adeguano la loro decisione di lavorare, e la modalità di lavoro scelta,  alle loro responsabilità di assistenza e, se del caso, alla modalità di condivisione di tali compiti con un partner. Si tratta di una sfida di particolare difficoltà per i genitori soli, per la maggior parte donne, e per le persone che, vivendo in zone rurali remote, spesso non hanno a disposizione servizi di sostegno. Sulle donne, inoltre, ricade un onere sproporzionato di lavoro non retribuito, che costituisce una quota significativa dell’attività economica.

Un’equa ripartizione delle responsabilità di assistenza a casa è fondamentale, analogamente alla disponibilità di servizi per l’infanzia, di assistenza sociale e domestici, in particolare per i genitori soli. Un accesso insufficiente a servizi di assistenza formale di qualità a prezzi ragionevoli è uno dei principali fattori alla base della disparità di genere nel mercato del lavoro. Investire nei servizi di assistenza è quindi importante per favorire la partecipazione delle donne al lavoro retribuito e il loro sviluppo professionale e può portare alla creazione di posti di lavoro sia per le donne che per gli uomini.

Nell’Unione Europea le donne dedicano 22 ore alla settimana all’assistenza e al lavoro domestico contro le appena 9 ore degli uomini.

Gli obiettivi di Barcellona per l’offerta di servizi di educazione e cura della prima infanzia sono per lo più raggiunti, ma alcuni Stati membri sono in notevole ritardo. La Commissione proporrà pertanto di rivederli per garantire una loro ulteriore convergenza verso l’alto tra gli Stati membri per quanto riguarda l’educazione e la cura della prima infanzia. Inoltre, la proposta della Commissione riguardante una Garanzia per l’infanzia nel 2021 si incentrerà sugli ostacoli più significativi che impediscono ai minori di accedere ai servizi necessari per il loro benessere e per il loro sviluppo personale, allo scopo di spezzare il ciclo della povertà e ridurre le disuguaglianze.

La Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri nel migliorare la disponibilità di servizi assistenziali di qualità ed economicamente accessibili per i minori e per le altre persone a carico, mediante investimenti provenienti dal Fondo sociale europeo Plus, dal Fondo europeo di sviluppo regionale, dal programma InvestEU e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.

Svolgere in pari misura ruoli dirigenziali nella società

Le imprese, le comunità e gli Stati dovrebbero essere guidati sia dalle donne che dagli uomini, in tutta la loro diversità. Il fatto di essere donna o uomo non dovrebbe influire sulla carriera che si intraprende.

Conseguire la parità di genere a livello decisionale e politico 

Le donne che occupano posizioni dirigenziali, che si tratti di politica o di agenzie governative, dei più alti organi giurisdizionali o dei consigli di amministrazione, sono ancora troppo poche, anche se, a livelli più bassi, la parità di genere si è in realtà affermata. Il fatto che posti di vertice siano occupati esclusivamente da uomini per lungo tempo influisce sulle successive modalità di assunzione, talvolta solo per pregiudizi inconsapevoli.

Per una buona leadership è fondamentale la presenza sia delle donne che degli uomini.

Per rispondere alle sfide complesse che i responsabili politici si trovano oggi ad affrontare è necessaria una leadership inclusiva ed eterogenea.

 Una maggior inclusione e una maggior eterogeneità sono essenziali per portare avanti idee nuove e strategie innovative in grado di rispondere meglio a una società europea dinamica e fiorente. Permettere a cittadini di qualunque estrazione di partecipare in modo proficuo alla società è una condizione preliminare per il buon funzionamento della democrazia e rende più efficace l’elaborazione delle politiche.

Solo il 7,5% dei presidenti dei consigli di amministrazione e il 7,7% degli amministratori delegati delle maggiori società dell’Unione Europea quotate in Borsa sono donne.

La rappresentanza femminile all’interno dei parlamenti nazionali dell’Unione  Europea è di appena il 32,2%.

Disporre di un ampio ventaglio di talenti e competenze contribuisce a migliorare il processo decisionale e la governance societaria e stimola la crescita economica. Nonostante alcuni progressi compiuti negli ultimi anni, le donne sono ancora sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali delle imprese e delle industrie europee.

Per contribuire a rompere il soffitto di cristallo, la Commissione insisterà per l’adozione della proposta di direttiva, presentata nel 2012, riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione, che ha fissato l’obiettivo minimo del 40 % di presenza del sesso sottorappresentato fra i membri senza incarichi esecutivi nei consigli di amministrazione.

Parallelamente, la Commissione faciliterà lo scambio di buone pratiche riguardanti l’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione e nelle posizioni dirigenziali, raccogliendo esempi di progetti nazionali o regionali gestiti da governi, società civile o settore privato.

La piattaforma europea delle carte della diversità servirà da piattaforma di scambio. La Commissione continuerà a collaborare con progetti a livello dell’Unione Europea, ad esempio l’Indice europeo della diversità di genere.

Le pari opportunità nella partecipazione sono essenziali per la democrazia rappresentativa a tutti i livelli: europeo, nazionale, regionale e locale. La Commissione promuoverà la partecipazione delle donne come elettrici e candidate alle elezioni del Parlamento europeo del 2024, in collaborazione con il Parlamento europeo, i parlamenti nazionali e la società civile, anche attraverso il finanziamento e la promozione delle migliori pratiche. I partiti politici europei che chiedono finanziamenti dell’Unione  Europea sono esortati a essere trasparenti in merito all’equilibrio di genere nelle loro compagini.

La Commissione presieduta da Ursula von der Leyen ha la più alta percentuale di commissarie nella storia.

 

Le istituzioni e gli organi dell’Unione Europea non dovrebbero essere esonerati dall’assicurare l’equilibrio di genere nelle posizioni dirigenziali. La Commissione darà l’esempio. Grazie all’esortazione della presidente von der Leyen a conseguire la parità di genere all’interno del collegio dei commissari, quest’ultimo comprende oggi il numero più elevato di commissarie nella storia dell’Unione Europea. La Commissione intende raggiungere un equilibrio di genere del 50 % a tutti i livelli dirigenziali del suo personale entro la fine del 2024. Le misure di sostegno comprenderanno obiettivi quantitativi per la nomina di donne e programmi di sviluppo della leadership. La Commissione, inoltre, si adopererà maggiormente per garantire la presenza di una percentuale maggiore di donne nei ruoli dirigenziali all’interno delle agenzie dell’Unione Europea e assicurerà una rappresentanza equilibrata dal punto di vista del genere tra gli oratori e gli esperti nelle conferenze che organizzerà.

La Commissione sosterrà gli Stati membri nel definire e attuare strategie più efficaci miranti ad aumentare il numero delle donne presenti nelle posizioni dirigenziali, anche attraverso il programma di apprendimento reciproco in materia di parità di genere. Essa inoltre divulgherà dati e analisi riguardanti le tendenze sulla rappresentanza di donne e uomini nelle posizioni dirigenziali, in collaborazione con l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE).

 Oltre a prevedere le azioni sopra elencate, la Commissione invita:

– il Parlamento europeo e il Consiglio:

 ad adottare la proposta di direttiva riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione; e

 ad adottare misure volte a migliorare l’equilibrio di genere a tutti i livelli della loro dirigenza e nelle posizioni di vertice;

– gli Stati membri:

 a recepire ed attuare la direttiva riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione, una volta adottata; e

 a definire ed attuare strategie volte ad aumentare la presenza delle donne nelle posizioni dirigenziali in politica e nei processi di elaborazione delle politiche.

Integrare la dimensione di genere e promuovere una prospettiva intersezionale nelle politiche dell’Unione Europea

Le sfide principali che l’Unione Europea si trova oggi ad affrontare – tra cui le transizioni verde e digitale e il cambiamento demografico – hanno tutte una dimensione di GENERE. L’inclusione di una prospettiva di genere in tutte le politiche e i processi dell’Unione Europea è essenziale per raggiungere l’obiettivo della parità di genere.

Integrare la dimensione di genere garantisce che le politiche e i programmi massimizzino il potenziale di tutti – donne e uomini, ragazze e ragazzi, in tutta la loro diversità. L’obiettivo è ridistribuire il potere, la capacità d’influenza e le risorse in modo equo e basato sulla parità uomo-donna, lottando contro le disuguaglianze, promuovendo l’equità e creando opportunità.

La Commissione integrerà la prospettiva di genere in tutte le sue principali iniziative nel corso dell’attuale mandato, agevolata dalla nomina della prima commissaria per l’Uguaglianza, con portafoglio autonomo, e creando una task force per la parità composta da rappresentanti di tutti i suoi servizi e del Servizio europeo per l’azione esterna, che garantirà l’attuazione, a livello sia operativo che tecnico, dell’integrazione della dimensione paritaria, compresa la parità di genere.

Ad esempio, le prossime azioni previste nel quadro del Green Deal europeo, quali l’iniziativa per un’“ondata di ristrutturazioni nel settore edilizio” o la strategia dell’Unione Europea in materia di adattamento ai cambiamenti climatici, possono incidere in misura diversa sulle donne e sugli uomini. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, il ruolo delle giovani donne, in particolare, è stato importantissimo nel guidare la spinta al cambiamento. Donne e uomini non sono influenzati nello stesso modo dalle politiche verdi che mirano a contrastare i cambiamenti climatici (le donne hanno meno possibilità come rifugiati climatici) o a promuovere la transizione all’energia pulita (le donne sono maggiormente vittime della povertà energetica) o i trasporti a emissioni zero (sono le donne a utilizzare di più i trasporti pubblici). Affrontare la dimensione di genere può pertanto essere determinante per sfruttare appieno il potenziale di queste politiche.

Un altro esempio è quello della digitalizzazione, che cambierà radicalmente la nostra vita e quella dei nostri figli. In questa transizione è fondamentale che le donne contribuiscano a costruire il futuro e che, rispetto ad oggi, molte più ragazze acquisiscano competenze informatiche per poter svolgere un ruolo nel plasmare il mondo digitale di domani.

Per quanto riguarda la salute, le donne e gli uomini sono esposti a rischi specifici di genere. Una dimensione di genere sarà inclusa nel piano dell’Unione Europea per la lotta contro il cancro che sarà avviato nel 2020 e che faciliterà scambi di buone pratiche, su base regolare, tra gli Stati membri e i portatori di interessi sugli aspetti di genere della salute, compresa quella sessuale e riproduttiva e i relativi diritti.

Il programma dell’Unione Europea per la lotta alla droga 2021-2025, che sarà adottato nel 2020, tratterà le problematiche di genere specifiche cui devono far fronte le donne e le ragazze in caso di abuso di sostanze stupefacenti.

In tutte le politiche dell’Unione Europea si affronterà l’aspetto dell’intersezionalità tra il genere e le altre cause di discriminazione.

 Le donne sono un gruppo eterogeneo e possono essere oggetto di una discriminazione intersezionale basata su più caratteristiche personali. Ad esempio, una donna migrante con disabilità può essere vittima di una discriminazione fondata su tre o più motivi. La legislazione e le politiche dell’Unione Europea e la loro attuazione dovrebbero pertanto rispondere alle esigenze e alle situazioni specifiche delle donne e delle ragazze appartenenti a gruppi diversi.

 Il prossimo piano d’azione per l’integrazione e l’inclusione e i quadri strategici dell’Unione Europea riguardanti la disabilità, le persone LGBTI+, l’inclusione dei rom e i diritti dei minori saranno collegati a questa strategia, oltre che tra loro. La prospettiva intersezionale, inoltre, sarà sempre presa in considerazione nelle politiche in materia di parità di genere.

Finanziare azioni che consentano di compiere passi avanti in materia di parità di genere nell’Unione Europea

Le proposte della Commissione relative al quadro finanziario pluriennale (QFP) garantiscono l’integrazione della dimensione di genere nell’intero quadro, più specificamente nei vari strumenti di finanziamento e di garanzia di bilancio dell’Unione Europea, in particolare il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo europeo di sviluppo regionale, Europa creativa, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, il Fondo di coesione e il programma InvestEU. I finanziamenti saranno destinati ad azioni volte a promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, a investire in strutture di assistenza, a sostenere l’imprenditoria femminile, a combattere la segregazione di genere in alcune professioni e ad affrontare il problema della rappresentanza squilibrata di ragazze e ragazzi in alcuni settori dell’istruzione e della formazione.

La proposta di regolamento recante disposizioni comuni prevede “condizioni abilitanti” specifiche, che impongono a uno Stato membro di disporre di un quadro strategico nazionale per la parità di genere quale presupposto essenziale per l’utilizzo dei Fondi nel quadro degli investimenti miranti a migliorare l’equilibrio di genere nel mercato del lavoro, l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare o le infrastrutture per l’infanzia. Un’altra condizione abilitante orizzontale sull’effettiva attuazione della Carta dei diritti fondamentali include la parità di genere tra i suoi principi fondamentali e si applica a tutti gli investimenti a norma del suddetto regolamento.

Finanziamenti specifici per progetti a favore delle organizzazioni della società civile e delle istituzioni pubbliche che attuano azioni ad hoc, tra cui la prevenzione e la lotta contro la violenza di genere, saranno disponibili nel quadro del programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori. Nel settore dell’asilo e della migrazione occorre prestare particolare attenzione alle donne e alle ragazze. Attraverso il Fondo Asilo e migrazione, la Commissione incoraggerà gli Stati membri a predisporre azioni mirate che sostengano le esigenze specifiche delle donne durante la procedura di asilo, nonché azioni volte a favorire l’inserimento delle donne nella nuova società. Inoltre, il Fondo consentirà di rafforzare la protezione dei gruppi vulnerabili, comprese le donne vittime della violenza di genere in un contesto migratorio o di asilo.

Nel settore della ricerca e dell’innovazione, la Commissione introdurrà nuove misure per rafforzare la parità di genere nell’ambito di Orizzonte Europa, ad esempio la possibilità di chiedere un piano per la parità di genere a chi vuol accedere al programma, e un’iniziativa volta ad aumentare il numero di start-up tecnologiche guidate da donne. Saranno messi a disposizione anche finanziamenti per la ricerca di genere e intersezionale.

Vi saranno inoltre opportunità di finanziamento per aumentare le conoscenze imprenditoriali e la partecipazione delle donne al processo decisionale e investire nello sviluppo di servizi di base nelle zone rurali nell’ambito della politica agricola comune. Per promuovere l’emancipazione femminile è previsto un nuovo invito rivolto specificamente alle donne nell'”economia blu” nell’ambito del prossimo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca per il periodo 2021-2027.

Una strategia per l’inclusione e la diversità per il futuro programma Erasmus+ fornirà orientamenti su come il programma possa contribuire ad affrontare le disparità di genere in tutti i settori dell’istruzione e della formazione, della gioventù e dello sport.

Gli orientamenti della Commissione in materia di appalti pubblici socialmente responsabili lotteranno contro la discriminazione e promuoveranno la parità di genere nelle gare d’appalto pubbliche.

In linea con gli inviti reiterati da parte di diversi Stati membri e del Parlamento europeo, la Commissione esaminerà l’impatto di genere delle sue attività e le modalità di quantificazione della spesa relativa alla parità di genere a livello dei programmi nel QFP 2021-2027. All’esame contribuiranno anche i risultati dell’audit recentemente condotto dalla Corte dei conti europea sull’integrazione della dimensione di genere nel bilancio dell’Unione Europea per promuovere l’uguaglianza. Ne risulterà un miglioramento dell’integrazione della dimensione di genere nel processo di bilancio della Commissione, che andrà ad aumentare ulteriormente il contributo dell’elaborazione delle politiche e dell’assegnazione delle risorse agli obiettivi della parità di genere.

Affrontare il problema della parità di genere e dell’emancipazione femminile a livello mondiale

La disparità di genere è un problema mondiale. La parità di genere e l’emancipazione femminile sono un obiettivo fondamentale dell’azione esterna dell’Unione Europea. È importante che le azioni interne ed esterne dell’Unione Europea in questo settore siano coerenti e si rafforzino reciprocamente. L’Unione Europea promuove la parità di genere e l’emancipazione femminile nei suoi partenariati internazionali, nei dialoghi politici e sui diritti umani con i paesi terzi, nella sua politica commerciale e nelle sue politiche di vicinato e di allargamento, anche nel contesto dei negoziati di adesione e del processo di stabilizzazione e di associazione. Le azioni riguardanti il genere sono inoltre incluse nelle attività che l’Unione Europea intraprende in situazioni di fragilità, conflitto ed emergenza.

Il piano d’azione sulla parità di genere e l’emancipazione femminile nelle relazioni esterne per il periodo 2016-2020 (GAP II) mira soprattutto a porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze, a promuovere l’emancipazione economica e sociale delle donne e a garantire il rispetto dei loro diritti umani, politici e civili. Basandosi sui risultati e sugli insegnamenti tratti dall’edizione precedente, il GAP III sarà avviato nel 2020 in un’ottica globale e sarà coerente con le priorità della presente strategia integrandone tutti gli elementi pertinenti nell’azione esterna dell’Unione Europea.

L’Unione Europea  continuerà a sostenere i diritti umani delle donne e chi li difende, la salute sessuale e riproduttiva delle donne e i relativi diritti e le azioni volte a contrastare la violenza sessuale e di genere ovunque nel mondo, anche in situazioni di fragilità, conflitto ed emergenza. L’Unione Europea  ha avviato l’iniziativa Spotlight, un programma congiunto UE-ONU di respiro mondiale, con una dotazione complessiva dell’Unione Europea pari a 500 milioni di EUR destinata all’eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze. Nel 2020 intende lanciare la campagna #WithHer mirante a combattere norme sociali e stereotipi di genere dannosi, che perpetuano la violenza contro le donne in tutto il mondo. Sempre nel 2020, adotterà il suo piano d’azione per i diritti umani e la democrazia per il periodo 2020-2024. Continuerà inoltre ad attuare il suo approccio strategico e il suo piano d’azione per le donne, la pace e la sicurezza per il periodo 2019-2024.

La Commissione continuerà a promuovere attivamente la parità di genere nell’ambito della sua politica commerciale, anche attraverso il suo impegno attivo in questo senso all’interno dell’Organizzazione mondiale del commercio. Continuerà a raccogliere dati disaggregati per genere, a garantire che gli aspetti di genere riguardanti gli scambi siano presi adeguatamente in considerazione negli accordi commerciali e a tener conto dell’impatto di genere nelle iniziative commerciali.

Nei paesi partner, l’Unione Europea si avvarrà del piano per gli investimenti esterni per promuovere l’imprenditoria femminile e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Lo Strumento di inclusione finanziaria delle donne, ad esempio, mira da solo a mobilitare 100 milioni di EUR per l’accesso delle donne ai finanziamenti. Nel 2020 anche la strategia dell’Unione Europea per i rapporti con l’Africa si incentrerà sulla parità di genere e sull’emancipazione femminile.

Nelle politiche esterne dell’Unione Europea, la dimensione di genere è integrata nel processo di bilancio tramite l’impegno a garantire che l’85 % di tutti i nuovi programmi contribuisca alla parità di genere e all’emancipazione femminile.

Fonti:

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A52020DC0152

 https://ec.europa.eu/info/policies/justice-and-fundamental-rights/gender-equality/gender-equality-strategy_it