06.03.2024
linguaggio di genere | Varie

Linguaggio, stereotipi e pratiche dannose

Ho preso confidenza con il tema del linguaggio e degli stereotipi di genere tempo fà, grazie all’aiuto e alla collaborazione di esperte e professioniste dell’università di Trento, alle quali devo quel poco che sò (insieme ad una corposa bibliografia di libri sul tema letti con avidità nel corso degli anni) che mi hanno spalancato un “mondo parallelo” sui modelli che, ancora oggi, consapevolmente e altrettanto inconsapevolmente, trasmettiamo alle giovani generazioni, attraverso il linguaggio e gli stereotipi di genere.

 Di qualcuna di queste professioniste ho già scritto sul blog 

 Non smetterò mai di ringraziare le donne che mi hanno aiutato a comprendere l’importanza di un linguaggio inclusivo e rispettoso delle differenze, perchè ritengo sia uno dei temi più importanti per l’emancipazione e l’uguaglianza delle donne.

Di seguito riporto il cap. 5 del Report delle  Organizzazioni della società civile italiana per la CEDAW”, coordinato dall’associazione Di.Re., denominato –Linguaggio, Stereotipi e pratiche dannose– con le relative proposte di formazione e aggiornamento per le categorie professionali interessate. 

-L’Italia manca di un approccio sistemico per combattere gli stereotipi di genere. 

C’è una disparità significativa tra uomini e donne nell’istruzione che produce svantaggi sistematici per le donne.

Sebbene le donne eccellano a scuola, sono per lo più presenti in aree dell’istruzione tradizionalmente femminili che conducono a occupazioni poco remunerative (ad esempio, professioni nel settore dell’assistenza).

 Le donne raramente ricoprono posizioni di vertice, anche in settori in cui le donne sono fortemente rappresentate, come l’istruzione o l’assistenza sanitaria.

 Per quanto riguarda il linguaggio, la Strategia Nazionale per la Parità di Genere 2021-2026 chiede l’adozione di un protocollo per un linguaggio non sessista e non discriminatorio in tutta la Pubblica Amministrazione, riconoscendo il ruolo del linguaggio come strumento funzionale per la costruzione dell’empowerment e della leadership delle donne all’interno della Pubblica Amministrazione.

 La copertura mediatica della violenza contro le donne continua a rivittimizzare le donne uccise e quelle sopravvissute, nonostante l’adozione dell’art. 5 bis del Testo unico dei doveri del giornalista e la Carta di Venezia. 

Alcuni gruppi editoriali hanno intrapreso azioni per affrontare gli stereotipi di genere.

 Il servizio pubblico RAI ha sviluppato una politica di genere adottata dal Consiglio di Amministrazione, la cui attuazione deve essere monitorata dagli organismi di parità all’interno della RAI.

 Il progetto europeo No Women No Panel e il progetto della BBC 50:50 approvato dalla RAI non sono stati menzionati nel nuovo Contratto di Servizio Pubblico 2023-2028. 

Nei media e nel giornalismo, il divario di genere rimane significativo, come dimostrano le rare posizioni di vertice delle donne. Le giornaliste donne sono maggiormente esposte ad attacchi legati a crimini d’odio. Le donne continuano ad essere intervistate principalmente per raccontare le loro esperienze personali piuttosto che per fornire analisi di problemi. Le donne sono raramente intervistate come fonti di notizie nei campi della scienza e della salute (11%), della politica (25%) e dell’economia (14%).

Raccomandazioni suggerite dalle organizzazioni della società civile italiane per la CEDAW

 Rendere obbligatoria la formazione sugli stereotipi di genere in tutti i corsi universitari, in particolare informatica, materie STEM, intelligenza artificiale, giornalismo, insegnamento, pubblicità e altri che influenzano la società e la cultura.

 Rendere obbligatoria per i giornalisti e le giornaliste una formazione avanzata e specializzata sul giornalismo sensibile al genere nei casi di violenza contro le donne e sugli stereotipi di genere

Sollecitare tutti i gruppi editoriali ad adottare politiche di genere, possibilmente attraverso la figura ancora poco rappresentata del diversity editor. Rafforzare il ruolo della società civile nel combattere l’incitamento all’odio contro le giornaliste e le difensore, e prevedere meccanismi affinché tali vittime possano cercare una compensazione efficace. –

Auguri a tutte le donne!

 

Fonti:

D.i.Re – Donne in rete contro la violenza

CEDAW_ITA (direcontrolaviolenza.it)